La Pasqua Ortodossa è la principale celebrazione religiosa in Romania. E’ una festa che ogni anno ha una data diversa che viene calcolata secondo il calendario giuliano, il calendario ufficiale nel periodo di Giulio Cesare, e non secondo il calendario gregoriano come nel caso della Pasqua Cattolica. Nel calcolo della data si prendono in considerazione le fasi della luna dopo l’equinozio primaverile, motivo per cui la differenza tra le due celebrazioni pasquali nel mondo ortodosso e cattolico potrebbe arrivare ad un massimo di cinque settimane. Infatti, quest’anno la Pasqua Ortodossa in Romania viene festeggiata il 5 maggio.
La preparazione per la Pasqua inizia praticamente 40 giorni prima, quando inizia la Quaresima. Il periodo quaresimale rappresenta per i fedeli un tempo di preghiera, di sacrificio e anche di purificazione del corpo, quando chi decide di poter resistere rinuncia a tutti i pasti a base di carne, pesce, latticini, uova e all’alcol. Chi non riesce a resistere a questo sacrificio gastronomico per tutto il periodo di Quaresima, può decidere di sacrificare i mercoledì e i venerdì, considerati giorni sacri e di lutto.
La Domenica delle Palme è per il suo significato il momento maggiore. Durante la messa vengono benedetti i rami di salice in sboccio che ricordano l’ulivo e la palma con i quali Gesù è stato accolto al suo arrivo a Gerusalemme. Il salice, che è sempre in fase di fioritura in questo periodo primaverile, ha il significato di vittoria contro la morte e resta un importante simbolo della fertilità e della rinascita della natura. Il salice viene dato ai fedeli, che lo portano a casa per benedire l’ambiente domestico; alcuni allestiscono con i rami di salice le porte, le icone e le finestre. Nel mondo rurale i rami di salice vengono anche usati per l’agricoltura, sotterrando un ramo nei campi seminati.
A partire dalla Domenica delle Palme si susseguono una serie di messe e rituali religiosi unici, per toccare il picco della spiritualità alla messa di Risurrezione. Con la fine della Domenica delle Palme inizia la Settimana Santa o la Settimana della Passione di Cristo, il periodo di lutto profondo che richiama i fedeli in chiesa e alla preghiera. Da giovedì sera inizia il momento clou con la “Denia dei dodici Vangeli”, una messa speciale che racconta le Passioni di Cristo a partire dalla sua cattura, al processo fino alla sua crocifissione. Durante questa messa c’è un rituale in cui la croce viene spostata dall’altare in mezzo alla chiesa. Il giorno di giovedì è il momento più adeguato perchè i fedeli dipingano e colorino le uova sode. La tradizione dice che chi dipinge le uova durante il giovedì santo riceverà molta salute tutto l’anno. Sempre giovedì il prete benedice il pane santo che verrà dato ai fedeli insieme al vino, simboleggiando il corpo e il sangue di Dio.
Venerdì invece inizia con la messa “delle ore”. Il significato della messa è legato ai momenti del giorno, che sono considerati quattro, correlati al lavoro giornaliero. La messa simboleggia anche i momenti in cui l’uomo si ricorda di curare la sua anima e che non è mai troppo tardi per ricordarsi di Dio. La sera invece c’è la messa chiamata “Prohod”. Durante questa messa si cantano tre brani con riferimento alla crocifissione e alla sepoltura di Gesù. è in pratica il suo funerale, che segue rituali precisi come uscire e circondare la chiesa tre volte con la croce e una tela, che rappresenta la Sacra Sindone in cui Gesù fu avvolto per la sepoltura. Tutto durante il continuo battito delle campanelle.
Il momento più importante e più bello, che segna il passaggio dal lutto alla gioia, è la messa di Risurrezione. Sabato a mezzanotte i fedeli, dai grandi ai piccini, partecipano alla messa di Risurrezione di Cristo. Con le luci spente il prete esce dall’altare con l’invito rivolto ai fedeli: “Venite a prendere la luce!”. è un momento davvero magico quando i fedeli con le candele prendono la luce e la passano l’uno all’altra. Si prosegue la messa con il rituale specifico e si cantano brani di gioia quando il prete si rivolge di nuovo ai presenti: “Cristo è risorto!” (Hristos a Înviat!) e loro rispondono “Davvero è risorto!” (Adevărat a Înviat!). Dove lo spazio permette, il rituale prevede di circondare tre volte la chiesa con le candele accese, cantando i brani specifici. Alla fine della messa i presenti prendono il pane santo inzuppato nel vino che viene poi condiviso con tutta la famiglia. Alcuni portano alla messa le uova colorate o dipinte per benedirle e picchiettarle alla fine con i parenti, amici, conoscenze scambiandosi sempre “Cristo è risorto!” – “Davvero è risorto!”. La domenica mattina invece, prima di andare alla messa di Pasqua, in chiesa c’è una tradizione molto interessante. La donna della casa o chi si sveglia per primo prepara una bacinella con acqua tiepida dove si mette un uovo colorato in rosso, un’ortica e una monetina. Tutti i membri della famiglia si devono lavare il volto in quel’acqua per avere tutto l’anno salute (ortica), soldi (monetina) e fede (l’uovo). Ai piccini il coniglietto di Pasqua porta dei regali e dolci.
Dipingere le uova è diventato un mestiere e addirittura un’arte in alcune zone della Romania. La Bucovina è forse la zona più nota, dove sono stati aperti anche vari musei delle uova dipinte. La tecnica è svuotare l’uovo crudo e passarlo attraverso un processo che ne favorisce la resistenza. Dopo di che l’uovo viene dipinto in colori variopinti o in cera. Spesso sull’uovo sono rappresentati dei simboli popolari, degli elementi religiosi, ma ultimamente sono creati anche con delle fantasie o elementi moderni.