In Friuli Venezia Giulia, dal mare alla montagna, il Carnevale è celebrato con riti antichi frutto di contaminazioni culturali germaniche, slave e mediterranee, che permettono di fare un tuffo nel passato e scoprire curiose tradizioni locali. Scopriamo la Notte delle Lanterne del Carnevale di Sauris, il tradizionale Püst della Val Resia, per poi approdare alle colorate sfilate sul mare, a Monfalcone e Muggia. I giorni ”caldi” del carnevale sono naturalmente quelli del giovedi’ e del martedi’ grasso che quest’anno cadono rispettivamente il 27 febbraio e il 4 marzo.
La magia delle maschere in legno del Carnevale di Sauris
A Sauris, borgo tipico della Carnia, vive una comunità di origine tedesca che fa rivivere la tradizione del Carnevale (Voshankh), la cui particolarità sono le maschere in legno e i travestimenti tipici, confezionati con fantasia utilizzando ogni sorta di materiale e indumento trovato in casa e nelle soffitte. Suggestiva è la passeggiata notturna alla luce delle lanterne.
Uno dei carnevali più antichi dell’arco alpino. Protagonisti della festa sono il “Rolar” e il “Kheirar”.
Le due figure percorrono le vie di Sauris accompagnate da un corteo di maschere, che possono essere brutte (Scheintena schembln) o belle(Scheana schembln). Le maschere che nascondono il viso dei partecipanti sono di legno. Il corteo prosegue nella notte e, al lume delle lanterne, si inoltra nel bosco per seguire un suggestivo percorso notturno alla volta di un grande falò propiziatorio innalzato in una radura. Ritrovo finale a Sauris di Sotto per degustazione piatti tipici e premiazione delle maschere.
Püst: Carnevale resiano tra maschere con incredibili copricapo e danze di origine slava
Nella Val Resia vive una comunità di origine slava che festeggia il Püst, Carnevale nell’antico dialetto, con maschere bianche ornate da cappelli colorati, grazie all’applicazione di fiocchi, nastri e fiori di carta (Lipe bile Maskire), oppure con abiti vecchi e logori (Babaci o Kukaci). Fatti coinvolgere nelle affascinanti danze al ritmo dell’ipnotica musica resiana!
L’elemento fondamentale del carnevale resiano è rappresentato dalla danza eseguita con i tipici strumenti musicali resiani, la cïtira (violino) e la bünkula (violoncello). Le danze si protraggono per ore e ore, nelle osterie e negli spazi predisposti per i festeggiamenti. Si balla anche all’esterno, in particolare domenica pomeriggio. Le maschere tradizionali sono di due tipi: “te lipe bile maškire”, le belle maschere bianche, le più conosciute perché sono presentate anche nelle esibizioni del gruppo folkloristico Val Resia e i “babaci” o “kukaci”, le maschere brutte. Le belle maschere bianche sono quelle più preziose, arricchite da variopinti nastri colorati e alti cappelli ornati con fiori di carta colorata. Mercoledì 5 marzo infine ha luogo la processione e il funerale del “babaz” in piazza. Dopo un adeguato e delirante processo viene bruciato il fantoccio, a rappresentazione della fine del Carnevale.
Il “mato carneval” tra le suadenti architetture istro-venete di Muggia
La splendida cittadina di Muggia, vicino a Trieste, presenta il “mato carneval”, il Carnevale muggesano. L’attestazione dell’esistenza del Carnevale muggesano emerge con certezza storica nel 1420, come riporta uno statuto comunale dove per i festeggiamenti veniva elargito un ducato alle Compagnie che spendevano più di tre soldi per i musicanti.
Il Carnevale Muggesano trova le proprie origini nella più classica tradizione veneziana con influssi della penisola istriana. Protagoniste sono le compagnie che mostrano la propria inventiva esibendosi ogni anno su carri allegorici .