Ogni anno, la suggestiva città marocchina di Essaouira ospita il Festival Internazionale di Musica Gnaoua e Musiche del Mondo. Un’ esperienza sensoriale a 360 gradi in cui elementi della tradizione musicale africana (sub-sahariana) si fondono con elementi di altre culture dando vita a uno spettacolo unico nel suo genere. E’ così che jazz, rock e musica contemporanea sperimentano nuovi ritmi e nuove energie difronte a un pubblico sempre più vasto che ha recentemente raggiunto punte di 400.000 spettatori. Teatro, danza e spettacoli folklorici completano e arricchiscono l’evento
A due ore da Marrakech, adagiata su una lunga lingua di sabbia finissima, la perla dell’Atlantico: Essaouira.
Negli anni della contestazione era meta di hippies e artisti internazionali, come Jimi Hendrix, Orson Welles, Mick Jagger, Pasolini, Cat Stevens mentre oggi rimane una deliziosa località di mare immersa nella tranquillità.
Tranquillità interrotta ogni anno, ormai da diciasette edizioni, dai suoni pop-ipnotici del Festival di musica gnaoua, che quest’anno travolge la città dal 12 al 15 giugno.
La musica degli Gnaoua è ipnotica e misteriosa!
Discendenti degli schiavi provenienti dall’Africa occidentale (Sudan, Mali e Guinea), gli Gnawa, integrandosi, fondarono confraternite e attraverso di esse, mossi da un sentimento di profonda fratellanza, il relativo culto, mix di elementi africani e arabo-berberi. I rituali si basano sul culto della possessione usando la musica come mezzo, simili per liturgia al voodoo haitiano e alla macumba brasiliana.
I maalem, maestri cerimonieri del culto, accompagnati dal suono del sintir o guembrì (un caratteristico basso a tre corde), dall’inconfondibile battito dei crotales (nacchere metalliche) e dai tamburi di pelle di capra intonano litanie tra il sacro e il profano … canti in arabo dialettale dal ritmo ossessivo. Melodie pentatoniche e ritmi sincopati accompagnati da frenetiche danze e battiti di mani. In quaesto modo richiamano spiriti ed entità sovrannaturali per esser da loro posseduti e scivolare da un piano terreno a un piano sovraumano, in uno stato di trance che lenisce il dolore.
Sul finire degli anni ’60, comunità hippy, artisti e musicisti da tutto il mondo cominciarono a visitare la città di Essaouira in cerca di nuove energie e dimensioni artistiche-spirituali. Fu così che Rolling Stones, Frank Zappa, Robert Plant, Sting, Cat Stevens e Jimi Hendrix (che nel comporre “Castle in the sand” pare si sia proprio ispirato all’antica Mogador), inaugurarono quell’esaltante processo di contaminazione musicale che negli anni successivi gettò le basi per la nascita del Festival Gnaoua.
Questo per quanto riguarda la sfera sacra della gnawa, mentre durante la woodstok nord africana si assiste alla sua manifestazione mondana, che vede la musica gnaoua, fatta di ripetizioni ipnotiche e suoni mistici, mescolarsi a influssi reggae, rock, jazz e pop.
Dove
Essaouira, con i vicoli e le piazze pittoresche, la luce brillante e l’atmosfera tranquilla, che hanno attratto pittori, scultori e altri artisti nel corso degli anni, costituisce uno sfondo ideale e suggestivo per il Festival di Musica Gnaoua.
180 km a sud-ovest di Marrakech, la città è un antico villaggio berbero affacciato sull’oceano Atlantico.
Già Mogador (“la ben disegnata”), fondata dai cartaginesi, scalo strategico su le rotte del Golfo di Guinea, riconquistata dai berberi, poi romana (annessa alla provincia della Mauretania tingitana per l’estrazione della porpora dal gambero murice), araba ed enclave portoghese nel tardo XV secolo, da sempre la città ha assorbito, fuso e custodito nel cuore della sua Medina una importante tradizione multiculturale capace di conferirle quel carattere cosmopolita di cui ancora gode.
Essaouira si è guadagnata nel tempo molti soprannomi: “La perla dell’Atlantico”, “La bella addormentata” o “La città dei venti”.
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, mantiene la magia e l’autenticità di una terra persa nel tempo … ultima città fortificata bagnata dall’Atlantico, le cui case ricordano i paesi bianchi dell’Andalusia.