Chi pensa al turismo in Sardegna pensa inevitabilmente al mare cristallino dell’isola, al suo patrimonio culturale e gastronomico, al fascino dell’entroterra. Ma la Sardegna ha molto da offrire anche per così dire “sotto terra”, vale a dire nelle sue grotte, già notevolmente apprezzate dai visitatori della Sardegna.
La regione insulare, infatti, primeggia in Italia anche nel campo del turismo speleologico, con la più alta concentrazione di grotte turistiche in Italia: 12 i siti registrati.
Scavati nelle viscere della terra o dentro le montagne si possono trovare saloni immensi, abissi che sembrano non finire mai, fiumi sotteranei cristallini, laghetti, testimonianze di una vita preistorica che evocano un mondo incantato dove trovano posto anche favole e leggende.
Nel loro insieme le grotte turistiche italiane offrono a chiunque di vivere queste emozioni e di ammirare meraviglie della natura come stalattiti e stalagmiti.
Non esistono difficoltà, si procede sempre in condizioni di assoluta sicurezza seguendo sentieri che permettoo di ammirare alla luce di riflettori tutti gli aspetti del mondo sotterraneo ed è inutile dire che è uno spettacolo che affascina sempre sia grandi che bambini.
Il turismo speleologico italiano attira ogni anno oltre 1 milione e 500 mila visitatori con 25 milioni di fatturato.
Mare, cultura, storia, ma non solo. La Sardegna primeggia in Italia anche nel campo del turismo speleologico. Infatti è la regione con la più alta concentrazione di grotte turistiche, ricca di ben 12 siti speleologici.
A certificarlo i dati dell’Agti, l’Associazione Grotte turistiche italiane che ha lo scopo di promuovere le ricchezze del mondo ipogeo a livello nazionale e internazionale e che, per questo, ha scelto l’isola, precisamente il comune di Baunei, per una due giorni di convegni e corsi dedicati alla formazione di guide specializzate.
Il turismo speleologico rappresenta un’importante e ulteriore risorsa per la nostra Penisola, e per la Sardegna in particolare, capace di attirare oltre 1 milione e 500 mila visitatori all’anno, di cui il 20% esteri, e generare un fatturato, tra indotto e diretto, di circa 25 milioni euro secondo i dati e le stime dell’AGTI. Il turismo del sottosuolo si sta, dunque, sempre più affermando e conta, nel complesso, 52 Grotte (24 iscritte all’AGTI), diffuse in maniera omogenea su tutto il territorio. Oltre i 12 siti sardi, nelle altre regioni ne troviamo: 1 in Valle d’Aosta, 3 in Piemonte, 3 in Lombardia, 2 in Veneto, 6 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Liguria, 4 in Toscana, 1 nelle Marche, 4 in Lazio, 2 in Abruzzo, 3 in Campania, 5 in Puglia, 1 in Basilicata, 2 in Calabria e 1 in Sicilia. La durata media di visita delle grotte varia da 15 minuti fino ad oltre tre ore in base alla grandezza e alla profondità.