tunisia2Primi provvedimenti del governo di Tunisi dopo la strage di venerdì sulla spiaggia e in due hotel di Sousse, mentre i turisti stanno lasciando in fretta la Tunisia. Saranno chiuse 80 moschee che operano al di fuori del controllo statale e accusate di incitamento alla violenza. Lo ha annunciato il premier Habib Essid. «Queste moschee chiuderanno entro una settimana», ha detto Essid parlando a una conferenza stampa a Tunisi, aggiungendo che alcuni di questi luoghi «continuano a diffondere la loro propaganda e il loro veleno per promuovere il terrorismo».

Al momento si conosce la nazionalità solo di dieci delle 39 vittime: otto britannici, un belga e un tedesco. Sabato i tunisini intorno agli alberghi di Sousse «chiedono scusa e perdono» agli stranieri per quanto accaduto, come testimonia il giornalista italiano free-lance Pietro Salamina, che venerdì ha assistito in diretta all’attacco.] rimi provvedimenti del governo di Tunisi dopo la strage di venerdì sulla spiaggia e in due hotel di Sousse, mentre i turisti stanno lasciando in fretta la Tunisia. Saranno chiuse 80 moschee che operano al di fuori del controllo statale e accusate di incitamento alla violenza. Lo ha annunciato il premier Habib Essid. «Queste moschee chiuderanno entro una settimana», ha detto Essid parlando a una conferenza stampa a Tunisi, aggiungendo che alcuni di questi luoghi «continuano a diffondere la loro propaganda e il loro veleno per promuovere il terrorismo». Al momento si conosce la nazionalità solo di dieci delle 39 vittime: otto britannici, un belga e un tedesco. Sabato i tunisini intorno agli alberghi di Sousse «chiedono scusa e perdono» agli stranieri per quanto accaduto, come testimonia il giornalista italiano free-lance Pietro Salamina, che venerdì ha assistito in diretta all’attacco.

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Rivendicazione
Intanto Isis ha rivendicato su internet l’attentato contro i turisti a Sousse. «Un soldato del califfato» – viene affermato nella rivendicazione – ha attaccato le «tane della fornicazione, del vizio e dell’apostasia» e questo «malgrado le misure» di sicurezza «rafforzate attorno a queste tane». La maggior parte delle persone uccise appartengono a «Stati dell’alleanza crociata che combatte lo Stato del califfato». Pubblicata anche una fotografia del presunto attentatore, Seifeddine Rezgui, che si è dato il nome di battaglia Abu Yahya al-Kairouani. L’organizzazione terroristica islamica sunnita aveva già rivendicato l’attentato contro una moschea sciita a Kuwait City che ha fatto 27 vittime.

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Turisti in fuga
Il tour operator britannico Thomson Holidays ha cancellato tutti i viaggi in programma la prossima settimana in Tunisia. Tra i 38 morti e i 36 feriti nella strage molti infatti sono cittadini del Regno Unito. Il tour operator, riferisce il Daily Telegraph, ha annunciato di aver avviato l’evacuazione dei turisti con dieci aerei e di aver offerto altre destinazioni, tra cui le Canarie e Capo Verde, per coloro che avevano prenotato le vacanze nel Paese nordafricano. Molte delle vittime sono infatti britannici. Lo ha confermato il premier David Cameron, precisato che «Il Paese deve prepararsi al fatto che molti dei morti nell’attacco in Tunisia provengono dal Regno Unito».
Oltre 2.500 turisti britannici e 600 belgi hanno lasciato Sousse, ma ce ne sono altri in attesa. I turisti britannici in questi giorni in Tunisia sarebbero circa 20 mila secondo l’Abta, la principale associazione turistica inglese. Anche i maggiori tour operator dei Paesi scandinavi hanno annunciato la cancellazione di tutti i viaggi in Tunisia per il resto della stagione. Il ministro degli Esteri della Slovacchia ha reso noto l’invio di un aereo per evacuare 150 dei 600 slovacchi in vacanza nel Paese nordafricano. Stanno lasciando il Paese anche molti turisti stranieri che non si trovavano a Sousse.

Nell’Hotel al-Mouradi, ormai orfano secondo gli addetti di almeno il 70% dei turisti, a partire sono soprattutto cittadini britannici e tedeschi, ma anche belgi, irlandesi, turisti dell’Est Europa. In molti qui nell’Hotel di Sous, che ha una capienza di oltre mille posti letto, hanno deciso di anticipare il rientro. Diversi hanno visto con i propri occhi l’attentato e di vacanze proprio non ne vogliono sapere. Convincerli a restare, suggerire loro quanto sia improbabile che un simile attentato si ripeta nello stesso luogo e a distanza di pochi giorni è inutile. Non sono convinti delle parole e delle nuove misure anti-terrorismo, che entreranno in vigore già il primo luglio, annunciate dal premier tunisino Habib Hessid: schierare molti soldati riservisti nei «siti sensibili e nei luoghi potenzialmente obiettivo di attacchi terroristici». «Un piano eccezionale – ha precisato il premier – per assicurare una maggiore sicurezza nei luoghi turistici e archeologici».

La Tunisia è in guerra contro il terrorismo, ha tuonato l’anziano presidente Caid Essebsi. E una sfida all’islam estremista, quello in cui non si riconosce la quasi totalità dei tunisini. Il premier ha perfino ordinato la chiusura di 80 moschee che operano al di fuori del controllo statale per incitamento all’estremismo islamico. E non si tratta di poca cosa, considerando che siamo nel mese sacro di Ramadan. «Continuano a diffondere la loro propaganda e il loro veleno per promuovere il terrorismo», ha accusato Hessid.