Alcatraz, storia e leggende del carcere più famoso del mondo. Quando il sole tramonta, il vento si alza e le nuvole nere minacciano pioggia all’orizzonte: è questo il momento migliore per ammirare la leggendaria isola nella Baia di San Francisco. Diffidate di chi vi consiglia il tour diurno: le cose da vedere, sono le stesse, ma l’atmosfera, l’ambiente, il clima che si respira… beh, quello sì che cambia. Perché per catapultarvi davvero all’interno di The Rock (ovvero la Roccia, come era stato battezzato il vecchio penitenziario) dovete respirare quel misto di adrenalina, paura, mistero che solo di notte, quando tutta San Francisco di fronte giace addormentata, è possibile provare.
L’isola di Alcatraz, situata in una posizione strategica dal punto di vista militare a difesa della baia, diventa una prigione militare nel 1933, poi nell’estate del 1934 si trasforma in un carcere federale di massima sicurezza, diventato famoso in tutto il mondo per la ferrea disciplina vigente al suo interno. In questo istituto penitenziario vengono rinchiusi criminali particolarmente pericolosi o che hanno tentato di evadere da altre carceri.
Dopo qualche anno il penitenziario venne aperto al pubblico per delle visite guidate sotto la gestione del National Park service (NPS) l’agenzia federale statunitense dei Parchi Nazionali, dei Monumenti nazionali e di altri luoghi protetti. Da allora il carcere che ha ospitato detenuti di massima pericolosità, gente del calibro di Al Capone e Robert Stroud Birdman, è meta di curiosi e turisti che si imbarcano a San Francisco e in mezz’ora arrivano sull’isola.
In quelle minuscole celle singole i detenuti che non potevano lavorare passavano 23 ore su 24. In pratica uscivano solo per mangiare. Chi otteneva il beneficio del lavoro, mostrando di aver interiorizzato le regole del carcere, passava invece in cella 19 ore su 24. Per i reclusi che non rispettavano l’ordinamento erano pronte la celle d’isolamento. Ad Alcatraz si mangiava bene, molto meglio che nelle altre carceri statunitensi.
L’amministrazione del penitenziario riteneva infatti che questo avrebbe ridotto rivolte o tentativi di evasione, specie durante l’ora del vitto, quando i detenuti erano tutti insieme. Ma i tentativi di fuga non mancarono. In 29 anni ce ne furono 26, solo 2 si ritengono riusciti. Nel 1937 ci fu il primo tentativo di evasione andato a buon fine.
Protagonisti, Theodore Cole e Ralph Roe. I due, rapinatori di banche, il 16 dicembre di quell’anno stavano lavorando nell’officina della prigione. Le cronache dell’epoca raccontano che riuscirono a piegare le sbarre di una finestra e approfittando della cortina di nebbia calata sull’isola raggiunsero l’acqua portando con loro delle gomme che usarono come salvagenti per arrivare a San Francisco.
Prima di allora nessuno credeva che fosse umanamente possibile raggiungere l’altra sponda, specie nella stagione invernale. Quattro anni dopo Ralph Roe venne scovato in Sudamerica dall’FBI. Arrestato, raccontò il piano messo in atto con il suo compagno di fuga che, disse, in seguito era stato rapinato e ucciso da due sconosciuti.
La fuga più nota da Alcatraz porta la data dell’11 giugno del 1962 ed è stata raccontata anche nel celebre film Fuga da Alcatraz con Clint Eastwood. Frank Morris e i fratelli John e Clarence Anglin riuscirono a evadere passando per l’impianto di ventilazione. L’audio-guida che accompagna i visitatori nel tour all’interno dell’ex carcere spiega che i fuggitivi poco alla volta riuscirono, con un cucchiaio rubato in cucina, a creare un tunnel che permise loro di raggiungere il condotto dell’aria. Il piano era stato studiato nei minimi dettagli e richiese parecchi mesi di meticoloso lavoro.
Altra data da menzionare è quella del 2 maggio del 1946: il giorno d’inizio della cosiddetta battaglia di Alcatraz. Il piano era stato messo a punto da sei detenuti che riuscirono a fomentare una rivolta sedata solo dopo due giorni con l’intervento di marina militare e polizia. Tre dei promotori della sommossa, che costò la vita anche a due secondini presi in ostaggio, morirono durante gli scontri. Altri due furono processati e condannati a morte. A un terzo, Clarence Victor Carnes, fu risparmiata la pena capitale: dichiarò che non avrebbe mai ucciso le guardie prese ostaggio, ma passò il resto dei suoi giorni da recluso.
Alcatraz, oggi, è aperta alle visite turistiche. Molte storie e leggende circondano questo luogo. Si narra che la prigione sia dimora dei fantasmi di alcuni prigionieri, coloro che morirono scontando la loro pena nel penitenziario e sembra che non abbiamo mai lasciato la prigione e che ogni notte l’isola diventi la loro dimora per ricordare l’inferno che passarono nel loro asilo obbligatorio.
Una delle zone in cui sembra si verifichino attività paranormali è un corridoio in cui i detenuti Coy, Cretzer e Hubbard vennero uccisi durante un tentativo di fuga dalla prigione. Proprio lì, nel 1976 suoni, urla strane e lugubri sono state segnalate da una guardia della sicurezza.
La visita alla prigione viene effettuata tramite un’audioguida che ripercorre tutti i passaggi fondamentali della storia del luogo. È un “tour” molto intenso, capace di proiettare il visitatore in un passato in cui si può sentire l’angoscia che accompagnava la vita dei prigionieri. “La Roccia” li teneva inchiodati lì, a due passi dallo splendore assoluto di uno dei luoghi più belli d’America; dove in primavera e in estate, ai prigionieri dell’ala sinistra, il vento trasportava lo swing suonato nei migliori club della città.