Un nuovo scanner potrà finalmente porre fine all’odissea dei liquidi da trasportare nei viaggi aerei. Questo rilevatore di ultima generazione, come riporta il DailyMail, permetterà di distinguere il tipo di liquido contenuto nella bottiglia o nel dispenser. A realizzare questo tipo di scanner è stata la Cobalt Light Systems, una società che ha sede nell’Oxfordshire e che, secondo quanto dichiarato del Ceo, Paul Loeffen, avrebbe avviato importanti trattative con il dipartimento della tecnologia del governo degli Stati Uniti d’America.
Dal 2006 le norme contro il terrorismo vietano il trasporto di contenitori con quantità di liquido superiori ai 100 ml nel bagaglio a mano, obbligando i viaggiatori a rifornirsi di appositi contenitori della misura adeguata. Attualmente l’apparecchio è in fase di sperimentazione nei maggiori aeroporti australiani e inglesi tra cui quelli di Heathrow e Gatwik.
Cobalt Light System ha infatti sviluppato, e fornito a 65 aeroporti europei per testarlo, uno scanner in grado di individuare (e identificare) la presenza di liquidi all’interno di un contenitore sigillato. L’oggetto, la cui tecnologia è stata ispirata dagli studi del premio Nobel indiano CV Raman nel 1930, proietta infatti un fascio di luce sul contenitore da studiare, e analizza le variazioni nella lunghezza d’onda della luce stessa; sono queste variazioni che costituiscono quella che si può definire l’impronta digitale del materiale in questione.
Proprio grazie a questo scanner la Commissione europea punta a revocare il divieto già da gennaio 2016.
Il sistema dello scanner consente una rilevazione di esplosivi liquidi all’interno di recipienti che possono arrivare fino a tre litri di capienza. Non solo: l’ultima versione Insight100M, infatti, permette di controllare quanto è trasportato anche all’interno di contenitori metallici.
La versione base Insight100, sperimentata nei principali aeroporti, utilizza un laser per determinare la composizione chimica dei liquidi nei contenitori fino a tre litri di dimensione senza aprirli. Lo scanner utilizza una tecnica chiamata “Raman” che determina la composizione chimica di un liquido analizzando luce diffusa e riconoscendo i vari tipi di materiali contenuti.
Un laser viene proiettato sul contenitore secondo diverse angolazioni. Una piccola parte di luce penetra all’interno rimbalzando nel liquido, inviando i dati della scansione al dispositivo. In soli cinque secondi lo scanner riesce a incrociare le informazioni con un catalogo di liquidi pericolosi già presente nella memoria della macchina.
I controlli previsti dalle norme attuate nel 2006, introdotti in seguito ad alcuni piani terroristici sventati a bordo dei voli che da Heathrow erano diretti verso Usa e Canada, hanno generalmente prodotto una serie di ritardi. Inoltre, molto spesso, chi viaggia viene costretto a liberarsi di contenitori pieni perché maggiori alle grandezze consentite.
Se la sperimentazione andasse a buon fine, dunque, si potrà portare a bordo di un aereo un qualsiasi liquido non pericoloso: un passaggio allo scanner ne rivelerà la natura, e la necessità o meno di bloccarne l’imbarco. Ogni scanner costa 64.000$, e per ora ce ne sono 65 distribuiti nel continente.