Dal 13 gennaio 2014 è inoltre iniziato il “blocco” di Bangkok: sbarramenti ai principali incroci per impedire una normale circolazione in città e, conseguentemente, ostacolare le attività del Governo. Dopo una settimana “di blocco” episodi di violenza (tra cui anche l’esplosione di diversi ordigni che hanno provocato un morto e oltre cinquanta feriti) hanno portato il Governo a dichiarare – a decorrere dal 22 gennaio per 60 giorni – lo stato di emergenza a Bangkok e zone limitrofe.
Era stato annunciato già da tempo dal governo thailandese, per le continue proteste popolari contro la premier Yingluck Shinawatra. In un corteo nel distretto finanziario della capitale, guidato da Suthep Thaugsuban figura storica del Partito Democratico, il movimento di protesta è tornato a chiedere la fine del sistema di corruzione generalizzato che definisce “sistema Shinawatra”, in riferimento a Taksin, fratello dell’attuale premier ed ex capo dell’esecutivo in esilio per sfuggire alla pena inflittagli per malversazione.
Il provvedimento concede maggiori poteri alle forze di sicurezza, in vista delle elezioni anticipate del prossimo 2 febbraio, osteggiate dai manifestanti, che chiedono riforme urgenti contro la corruzione politica, prima di tornare al voto. E’ stato proclamato uno stato preventivo di emergenza al solo fine di consentire l’intervento delle forze dell’ordine in caso di necessità. Lo stato di emergenza permarrà per i prossimi 60 giorni e non prevede coprifuoco.
Siti di interesse turistico, attività commerciali, trasporto pubblico e aereo sono pienamente operativi come di consueto sia a Bangkok che nel resto della Thailandia.
Uno dei maggiori leader del movimento filogovernativo thailandese delle “Camicie rosse” è stato colpito e ferito in una sparatoria nella città del nord est Udon Thani, in quello che la polizia ha detto essere un attentato politico.
Benché si tratti di uno scontro ideologico e politico interno, che non ha quindi alcuna connotazione xenofoba, la situazione è comunque tesa e rischia di coinvolgere anche gli stranieri.