Londra gioca la carta delle Olimpiadi? Edinburgo rilancia a suon di festival.
Dal 27 luglio gli occhi di milioni di persone saranno puntati su Londra e, se siete tra quelli che, causa giochi, si terranno alla larga dalla capitale inglese, quest’estate è il caso di fare tappa nella scozzese Edimburgo, che celebra il “The Year of Creative Scotland” con un programma impressionante.
Edinburgo, capitale della ‘ribelle’ Scozia (nell’autunno del 2014 si svolgerà il referendum per decidere il distacco dal Regno Unito) è la città più visitata della Gran Bretagna dopo Londra, ma è soprattutto la città dei festival… di successo. Nel 2011 gli incassi provenienti dall’attività ‘festivaliera’ (arte, musica, libri, teatro e tanto altro ancora) hanno raggiunto la cifra di 261 milioni di sterline, superando di gran lunga il fatturato dell’industria più importante della zona (quella del golf!) e, particolare non irrilevante, è anche la città di una star dell’Olimpo letterario contemporaneo come JK Rowling.
A beneficiarne una lunga lista di realtà: a partire dall’Edinburgh Art Festival diretto da Sorcha Carey (2 agosto-2 settembre 2012): 45 mostre disseminate in piccole e grandi gallerie, musei, atelier d’artista e persino una ex piscina, oggi scuola e museo dell’arazzo; a seguire l’Edinburgh International Festival, diretto da Jonathan Mills (9 agosto-2 settembre 2012), tre settimane di appuntamenti con le migliori produzioni internazionali di opera (7 eventi), teatro di prosa (11 eventi), musica (53 eventi), danza (8 eventi), e un ricco calendario di Talks & Workshop (34 appuntamenti). Un successo che si rinnova di anno in anno sin dal lontano 1947, quando alcuni impresari teatrali decisero fosse arrivato il momento di buttarsi alle spalle gli orrori della guerra e risollevare lo spirito di scozzesi e britannici con qualcosa di nuovo. Una ricetta che funziona ancora oggi se, come racconta il direttore Mills, appena il programma è stato annunciato i telefoni del box office hanno cominciato a squillare senza sosta e in pochi giorni alcune performance sono già andate sold-out.
Risale al 1947 anche la nascita dell’Edinburgh International Film Festival (20 giugno-1 luglio 2012), rassegna cinematografica con i piedi ben piantiti nella storia del grande cinema, ma le antenne sintonizzate sui talenti del futuro e tutto ciò che è innovazione nel settore: lungometraggi, cortometraggi, documentari, film d’animazione (quest’anno in programma la prima mondiale dell’ultima avventura Disney-Pixar).
Dal 3 agosto prende il via l’Edinburgh Festival Fringe (3-27 agosto 2012), in assoluto il più grande festival artistico al mondo, delle arti del mondo. Una sorta di Woodstock del teatro e dintorni, con spettacoli multi-genere (molti dei quali gratuiti), di ottimo livello o ad alto grado di sperimentazione. 2500 spettacoli di vario genere con un’unica grande regola: dare opportunità di esprimersi a “anyone with a story to tell and a venue willing to host theme”.
Circa 800 sono gli ospiti attesi all’Edinburgh International Book Festival (11-27 agosto 2012), evento nato nel 1983 e trasformatosi in un grande forum tra lettori e autori. I lettori più accaniti troveranno libri per i loro denti al Book Festival, oltre che autori del peso di Zadie Smith e Ian McEwan
Edizione numero 34, invece, per l’Edinburgh Jazz & Blues Festival (20-29 luglio 2012), progetto nato dalla passione di Mike Hart, chitarrista e suonatore di banjo, e diventato in pochi anni una realtà musicale di rilievo. World music, fashion, food and fun sono i temi del coloratissimo Edinburgh Mela (31 agosto-2 settembre 2012).
Indigestione da eventi, Edinburgo e’ una città perfetta, la sua periferia somiglia a molte difficili (e tristi) periferie in giro per il mondo e forse non è un caso che lo scrittore Irvine Welsh l’abbia scelta per ambientarvi il suo romanzo Trainspotting. Eppure, questi contrasti così forti non impediscono che chi amministra questa città si occupi di produzione e programmazione culturale. Il 13 e 14 agosto, infatti, il Parlamento scozzese ospiterà un summit con tutti i ministri culturali del mondo per ribadire la centralità della cultura nel dialogo tra i popoli.