Categorie: Notizie

Tre feriti nella corsa dei tori a Pamplona

Tre ragazzi sono rimasti feriti durante l’ ‘encierro’ oggi a Pamplona, cittá in festa per San Firmino. I tre sono stati trasportati in ospedale, ma non hanno riportato ferite gravi.
 Le autorità locali hanno dichiarato che due cittadini inglesi e un americano sono rimasti feriti dopo aver partecipato alla classica corsa dei tori che si tiene ogni anno nella città di Pamplona.

E’ ormai tradizione infatti che migliaia di coraggiosi si lanciano in una folle corsa durante il terzo giorno delle festività di San Fermin nel tentativo di sfuggire alle corna di sei tori da combattimento.

Secondo alcune fonti, i tre sarebbero stati feriti da un animale che si era distaccato dal branco prima di raggiungere l’arena della città: l’animale li avrebbe caricati con potenza mentre i tre cercavano di nascondersi dietro una leggera recinzione in legno. Solo dopo diversi minuti di tensione l’animale è stato fatto allontanare.

I tre, di età compresa tra i 20 e i 39 anni, sono stati feriti alle gambe: altri quattro corridori sono stati portati in ospedali insieme ai tre per minori contusioni, ma fortunatamente nessuno è rimasto ferito in maniera grave.

Dal 1924, anno in cui è iniziata la tradizione, sono morte 15 persone durante la corsa dei tori.

La Spagna non è solo Barcellona, Madrid, la Costa Brava e l’Andalusia ma è anche tradizione. Anche quest’anno dal 6 al 14 luglio, Pamplona festeggia San Firmino con la tradizionale corsa dei tori. Per nove intensi giorni di festa, dal 6 al 14 luglio, nella cittadina della Navarra saranno protagonisti i tori che nei quotidiani “encierros”, sfideranno in prove di coraggio gli impavidi “Sanferimines”.

La città ormai è universalmente nota per la sua corsa dei tori, ma il merito va anche al vecchio Ernest Hemingway, che nel romanzo ‘Fiesta’ ha reso immortale la tauromachia e il fascino di Pamplona.
San Fermìn inizia il venerdì a mezzogiorno con lo sparo del chupinazo ma ufficialmente la prima corsa dei torri, l’encierro, si tiene il sabato alle 8 di mattina quando gli encierros, corridori con costume bianco e fazzoletto rosso al collo, si lanciano di corsa per la strada, poco meno di un chilometro, che parte dalla “Cuesta de Santo Domingo” e si conclude nella “Plaza de toros”.
Ma San Firmino non è solo corride, per una settimana la città è un pullulare di sfilate, concerti, sagre. Questa antica e sanguigna festa spagnola si concluderà la mezzanotte del 14 luglio, quando nella Piazza del Municipio tutti i partecipanti si ritroveranno per cantare “Pobre de mí” (Povero me) e salutare San Firmino fino alla prossima edizione.

L’inizio della festa è fissato per venerdì 6 luglio a mezzogiorno: a dare il segnale di avvio è il ‘chupinazo‘, ovvero il razzo che viene lanciato dal balcone del Municipio. La prima corsa vera e propria, però, il cosiddetto ‘encierro‘, è in programma per il giorno seguente, sabato 7 luglio, alle 8 del mattino: il percorso attraversa il centro storico di Pamplona, partendo dal cortile di Santo Domingo (dove vengono rinchiusi i tori) e terminando all’Arena.
La corsa dei tori di Pamplona dura in realtà solo 3 minuti, il tempo di percorrere gli 825 metri che separano l’inizio dalla fine. Una scena che si ripete per tutti i giorni della festa, quindi fino al 14 luglio.
Per orientare i corridori e fargli capire quando è il caso di mettersi le gambe in spalla, a Pamplona si spara: ogni partecipante alla corsa deve sapere che il primo sparo indica l’apertura dei cancelli, il secondo la fuoriuscita di tutti tori, il terzo avvisa che i bovini infuriati stanno entrando nell’area e il quarto sparo determina la fine della corsa, quando tutti i tori sono ormai rinchiusi nel recinto e i corridori possono tirare un sospiro di sollievo.
Ma il momento clou arriva prima della corsa vera e propria: per fare in modo che tutto vada bene e che nessuno ci rimetta in salute, i partecipanti alla corsa si raccomandano al protagonista della festa, ovvero San Firmino, intonando per tre volte consecutive una litania davanti a un’immagine del santo in Cuesta de Santo Domingo.
A cornice della corsa, la festa di San Firmino ha tutta una serie di eventi, concerti, spettacoli, appuntamenti che si susseguono nel centro città: il 14 luglio poi, per terminare ufficialmente le celebrazioni, ci si ritrova a mezzanotte in Piazza del Municipio, per cantare alla luce di candela ‘Pobre de mi’, ovvero ‘Povero me’.
La stessa corsa si ripete ogni giorno alla stessa ora fino all’ultimo giorno e gli encierros devono fare attenzione agli spari: il primo sparo indica che si stanno per aprire i cancelli dove sono sistemati i tori, il secondo che i tori sono usciti e si apprestano a correre, il terzo che stanno entrando nell’Arena e il quarto che sono stati (finalmente) chiusi nei box.
Prima di ogni corsa si intona una litania per far sì che San Firmino protegga gli encierros da qualsiasi problema durante la corsa mentre dopo la corsa ci si lancia in balli, canti, grandi mangiate e bevute colossali.
La festa termina dunque il venerdì successivo a mezzanotte in Piazza del Municipio dove viene intonato il Podre de mi, una litania per ringraziare San Firmino e chiudere le celebrazioni.

Condividi