Secondo le interviste ad oltre 600 fra i principali tour operator che vendono il Prodotto Italia nel mondo, la domanda per il balneare è scesa del 17,6%, con il più elevato coefficiente di decrescita. E sale del 30% la domanda di vacanza legata al lusso, già oggi al 51% delle richieste, un segnale che potrebbe aiutare il Bel Paese ad affrancarsi dalla stagionalità finora vincolata al clima. Percentuali decisamente interessanti almeno per due motivi: il primo è il fatto che ciò induce ad una profonda riflessione sull’offerta turistica da proporre all’estero; il secondo invece è un aspetto positivo: il lusso potrebbe affrancare il turismo in Italia dalla stagionalità e dal clima proponendo un’offerta valida per tutto l’anno.
L’attuale ‘top five’: prima assoluta l’enogastronomia, per il secondo anno, con il 68,2% delle preferenze; seconda la cultura nei suoi molti aspetti (anche soggiorni linguistici e tematizzati), con il 65,5%, abbinabile ad altre due voci ben salde, le spa e il benessere al 39,6% (piace anche l’assistenza alla terza età), e gli ‘shopping tour’, ora al 34,8%, entrambe indicate in crescita (27,2% e 16,7%). Analizzando gli altri aspetti, si può notare che già siamo in una fase di destagionalizzazione: il mese di aprile raccoglie consensi quanto luglio, settembre è più richiesto di agosto ed anche ottobre non va male. Per quanto riguarda le regioni resta in testa la Toscana seguita da Veneto e dal Lazio. Buon riscontro anche per la Sicilia, la Puglia mentre perdono presenze Calabria e Sardegna. Per quanto riguarda i canali di vendita, domina l’e-commerce: oramai la vacanza è fai-da-te con l’acquisto del soggiorno, del volo e della maggior parte dei servizi direttamente in rete.