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I musei dei gatti a Kuching e Amsterdam

I gatti sono i felini più misteriosi, curiosi e indipendenti, molto spesso vittime di pregiudizi, nessun animale ha conosciuto vicende tanto alterne, dalla venerazione, alla persecuzione come incarnazione demoniaca. Il gatto infatti non suscita sentimenti tiepidi: o lo si ama, o lo si detesta. In Malesia ed in Olanda ci sono musei interamente dedicati a loro.

Elegante, sensibile, furbo, astuto, dolce, enigmatico, affascinante; si sprecano gli aggettivi per l’animale domestico più amato ed eletto a re indiscusso della casa, che scruta e osserva con discrezione tutto ciò che gli accade intorno. Il gatto, contrariamente a quello che si pensa, fa compagnia, è morbido, ama farsi grattare, è bello da vedere, non sporca, non distrugge involontariamente casa, al limite lo potrebbe fare apposta.
Questo felino è uno spirito libero, indipendente, dalla personalità molto acuta, tanto che o lo si ama, o lo si odia, può sembrare riduttivo, ma per un’animale dal carattere così controverso non può non essere altrimenti. Basti pensare agli antichi Egizi che a lui hanno dedicato una divinità, Bastet dea della fertilità e dell’amore rappresentata come donna dalla testa di gatto o come una gatta nera, per poi passare nel Medioevo, che è stato un periodo buio non solo per la storia, ma anche per i mici, poichè furono additato come animali demoniaci e per questo perseguitati insieme alle streghe degne compagne di questi misteriosi animali, capaci di vedere al buio. Addirittura nel 1233 Papa Gregorio IX li faceva ardere sui roghi con le streghe, per eliminare totalmente ogni residuo di Satana.

Al micio sono state dedicate tante mostre,  e due sono i musei più importanti che narrano anche la storia di questo animale dai movimenti eleganti e dall’irresistibile desiderio di libertà; parliamo delle collezioni di Amsterdam e Kuching in Malesia. Protagonisti indiscussi sono gli splendidi esemplari di tutte le razze e provenienti da tutto il mondo.

l museo del gatto di Kuching
Nello stato del Sarawak, in Malesia si trova la magnifica città di Kuching che è noto come la città dei gatti, sia per l’etimologia del suo nome, che per il culto dei gatti, animali oggetto di una vera e propria venerazione e che nella cultura malesiana e cinese sono portatori di buoni auspici. Nella città di Sandokan, di James Brooke e dei Pirati della Malesia, sorgono statue e monumenti dedicati a questi simpatici felini, come il gigantesco micio bianco dagli occhi blu appollaiato su Jl Padungan o altre statue di gatti di fronte all’Holiday Inn e sul lungofiume, che salutano con la zampa destra alzata.

Questo simpatico animale domestico trova  la sua grande celebrazione nel Museo del gatto, una collezione di mici, unica al mondo, e racchiude oggetti e curiosità sulla vita dei gatti. Il Cat Museum di Kuching, a prima vista un pò kitsch, rende omaggio alle origini del nome della città  con un gran numero di oggetti divertenti, fotografie, disegni e locandine che raffigurano gatti. Il museo è abbastanza recente, fondato solo nel 1993, ed ospita oltre 2000 manufatti provenienti da tutto il mondo, inclusi esemplari di gatti egiziani mummificati insieme ai loro proprietari. Molto originali, ed anche un pò impressionanti le foto di un artista giapponese che riesce a ritrarre gatti in costume d’epoca che interpretano scene da I tre moschettieri, oppure in azione vestiti da Batman o Superman, o ancora gatti samurai o travestiti da nobili del settecento francese. Il gatto più raro del mondo, il Felis Badia, si può trovare solo nel Borneo, e qui ce n’è uno imbalsamato, in una grande teca che riproduce il suo ambiente naturale. La struttura ospita anche un centro studi dedicato sia alla storia del gatto che a notizie, racconti, miti e leggende legate ai felini.

Kattenkabinet, il museo del gatto ad Amsterdam
Ad Amsterdam i gatti sono amati tantissimo, in ogni casa e negozio c’è un micio raggomitolato in un angolo o che ti viene incontro in cerca di coccole e camminando per strada si intravedono dalle finestre i micioni affacciati a curiosare.  Che sia un pub dove il fiero animale se ne sta appollaiato su uno sgabello, o il coffe shop sorvegliato da un micio attaccabrighe, non c’è locale senza il suo felino d’ordinanza. E’ ovvio che tra le cose da vedere ad Amsterdam, tra i tanti musei stravaganti, che vanno dai tulipani, ai diamanti, alla marijuana, non poteva mancare una collezione dedicata ai gatti, così amati e trattati con riguardo.

Il Museo dedicato al gatto J.P. Morgan, un simpatico micione rosso, sorge in una bellissima dimora secentesca, situata al centro della città olandese, e scelta anche per girare alcune scene del celebre film Ocean Twelve. All’interno ci sono tantissime raffigurazioni di felini, sculture, oggetti legati al mondo de gatti e dipinti che portano anche la firma di autori importanti come Pablo Picasso, Rembrandt, Henri de Toulouse-Lautrec e alcuni dollari con la scritta “we trust no dog”.  Il Katten Kabinet, è una collezione unica al mondo che non ha nulla da invidiare a quello di Van Gogh, quindi se vi trovate ad Amsterdam un vista è d’obbligo.

Curiosita’
Un gattile un po’ speciale. Henriette van Weelde, conosciuta come la gattare, non sapeva più dove ospitare i numerosi randagi che accudiva, allora pensò, di acquistare per loro un’intera barca. E così è nato Poezenboot, una house boat sul canale Singel, diventato un rifugio sull’acqua di felini abbandonati ed un’attrazione per i turisti, quasi come i famosi coffee shop.

I guardiani dell’Hermitage di San Pietroburgo
In questo caso non parliamo di musei, statue o riproduzione dei nostri amici felini, ma di gatti in carne ed ossa che, probabilmente grazie ai propri gusti raffinati, hanno scelto come loro dimora la sede dell’Hermitage di San Pietroburgo. Sicuramente amanti dell’arte e del buon gusto questi mici, sono nutriti, coccolati e viziati  in ogni modo, per preservare la loro funzione che è di vitale importanza per il museo. Dalla loro presenza dipende l’incolumità delle opere d’arte, minacciate dalla presenza dei topi, indomabili rosicchiatori di preziose tele e rare carte. I gatti rivestono ormai questa occupazione da secoli, dallo zar Pietro il Grande, che notò questa loro attitudine a cacciare via i topi, fino a Caterina la Grande che nominò i gatti ”Guardiani della Pinacoteche”. Ad oggi l’equipe felina dell’Hermitage conta tra i 50 e i 70 gatti, che lavorano in sordina nei sotterranei, infatti non salgono mai ai piani superiori, quindi difficilmente sono incrociati dai turisti. Ma la fortunata e speciale vita dei guardiani dell’Hermitage non finisce qui: il museo sorge infatti lungo le rive del fiume Neva, ed è qui che i gatti amano passeggiare e sonnecchiare all’aria aperta, il museo è provvisto di speciali porticine a misura di gatto, che consentono ai mici di andare e tornare quando vogliono. Possiedono perciò tutti un microchip sottocutaneo, che permette agli impiegati del museo di riconoscerli quando rientrano dalle loro uscite mondane per le vie della città. Per sottolineare l’importanza dei gatti nel museo, ogni anno gli viene dedicata una giornata speciale.

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