È risaputo, quindi, il valore culturale dell’Italia, ma vien da sé che non basta dichiararlo per attrarre flussi turistici.
Partendo dai dati, è possibile, innanzitutto, confortare la tesi che le città d’arte italiane si posizionano in prima linea come destinazione di vacanza dei turisti italiani e stranieri e esprimono il loro appeal sul circuito dei viaggi organizzati internazionali.
Il bacino ricettivo nazionale messo a disposizione dalle città di interesse culturale è secondo solo al mare, prodotto turistico cardine del Bel Paese, tuttavia fortemente influenzato dalla sua fisiologica stagionalità. Le città, in particolare, contano oltre 28 mila imprese ricettive (quasi il 19% del parco ricettivo nazionale) e una corrispondente capacità ricettiva pari a oltre 896 mila posti letto (anche in questo caso con un peso del 19% sul totale).
Le città di interesse culturale, inoltre, si posizionano come principale magnete del turismo internazionale: se nel complesso attirano quasi il 30% della domanda turistica che trascorre la vacanza in Italia, ben 4 turisti su 10 sono stranieri (trend stabile negli ultimi anni), permettendo così alle città d’arte di superare anche la performance delle destinazioni balneari, più attrattive, invece, sul mercato domestico (turisti italiani nel 45% dei casi). Tra i turisti internazionali a mostrarsi più sensibili al fascino delle città sono quelli extraeuropei con un picco del 48%.
Data la valenza dell’appeal delle città d’arte sulla domanda internazionale, si rende necessario per le imprese e per i territorio conoscere le caratteristiche e le esigenze del turista d’oltreconfine:
• intende conoscere e “toccare con mano” la ricchezza del patrimonio artistico e monumentale (25%), nonché scoprire posti nuovi (24%),
• è all’avanguardia in termini di mezzi di comunicazione e utilizza Internet come “finestra” sul territorio (32%), sia per raccogliere informazioni che per fruire delle offerte.
Il potere attrattivo del Made in Italy nel campo della moda e del design, poi, gioca un ruolo importante nell’articolazione dell’esperienza di vacanza ed il turista straniero trascorre il tempo libero anche facendo shopping (41%), a cui abbinano momenti di arricchimento culturale con in prima linea le visite ai monumenti (31%) e ai musei (29%).
Al turista straniero, inoltre, non sfugge la voglia di scoprire e immergersi nelle prelibatezze culinarie italiane: nel 13% dei casi gli interessi enogastronomici li spingono a scegliere l’Italia come destinazione di vacanza (per gli italiani ciò avviene per il 9%) e nel 21% dei casi degustano i prodotti tipici locali (in linea con lo scenario generale).
Ecco che la cultura e la cucina si fondono in un “unicum” irripetibile altrove. Lo sanno anche gli operatori dell’intermediazione organizzata i quali dichiarano nel 64% dei casi che i turisti sognano l’Italia per la sua cultura e nel 59% dei casi per il paniere di prodotti enogastronomici e le ricette che ne rappresentano l’unicità.
Nella mente del turista l’Italia è sognata per la forte connotazione storica che trapela in ogni angolo di ogni città (41%) e per i suoi monumenti “unici”, così come definiti dagli operatori internazionali (24%).
Non a caso le città d’arte italiane saranno vendute nel 2014, secondo le previsioni dei Tour Operator internazionali, con andamento stabile a detta di 7 operatori su 10, e con prospettive di crescita per più di 2 su 10. In termini di venduto per l’anno 2013, in particolare, in quasi la metà dei casi i T.O. che vendono la destinazione Italia indicano come meta della vacanza proprio le città d’arte del Bel Paese.
Un territorio attrattivo, quindi, ma su cosa puntare per consolidare il posizionamento del patrimonio storico-artistico-tradizionale dell’Italia su un mercato che bada sempre più alla leva del prezzo? La qualità è la risposta.
Infatti, il 60% dei Tour Operato mondiali indica tra le nuove tendenze della domanda al primo posto l’attenzione alla qualità.
La qualità intesa come aurea che ricopre tutti gli aspetti della vacanza: dai mezzi di comunicazione (per raggiungere la destinazione e per conoscere il territorio), alla fruizione della destinazione e delle sue risorse, dalle attività da svolgere ai servizi e alle strutture ricettive in cui sentirsi “a casa”. Ancora una volta, ciò è confermato anche dagli operatori del turismo internazionale organizzato: nel 27% dei casi i T.O. utilizzano le strutture ricettive che detengono certificazioni di qualità per la creazione dei loro pacchetti turistici.
Affrontare le vecchie e le nuove sfide del turismo culturale italiano, quindi, passando necessariamente attraverso due strade, tra loro intersecate: l’integrazione dell’offerta culturale con le altre risorse che connotano l’identità italiana nel mondo (in primis cucina e stile di vita) e l’innalzamento del livello qualitativo dell’offerta turistica da comunicare al turista in modo da avvalorare anche un prezzo più alto, puntando sull’unicità dell’esperienza che andrà a vivere.