Dalla prima edizione del 2007, che ha coinvolto la sola città di Sidney, la grande ola di buio si è rapidamente propagata in ogni angolo del Pianeta, lasciando al buio piazze, strade e monumenti simbolo come il Colosseo, Piazza Navona, il Cristo Redentore di Rio, la Torre Eiffel, Il Ponte sul Bosforo,la statua del David a Firenze e San Pietro, la Torre Eiffel, la Porta di Brandeburgo, la statua della Sirenetta di Copenaghen, Buckingham Palace, l’Empire State Building, le Cascate del Niagara. tanti altri luoghi d’interesse, per manifestare insieme contro i cambiamenti climatici.
Il Wwf dedica questo mese alla lotta al cambiamento climatico: verranno annunciate iniziative, collaborazioni speciali e campagne a favore di progetti nelle aree più ac, come l’Artico, e delle specie più vulnerabili, come l’orso polare.
Il cambiamento climatico evolve molto rapidamente e gli impatti sono sempre più seri e preoccupanti. Nel frattempo le azioni dei Governi a livello nazionale e globale sono troppo lente e poco incisive, non al passo con un rischio che mette a repentaglio la Natura e la civiltà umana.
Dobbiamo mobilitarci tutti, fare la nostra parte e pretendere che i Governi assumano la crisi del clima come priorità. Da un mondo basato sui combustibili fossili, è necessario approdare ad uno fondato su risparmio, efficienza e rinnovabili. Le giovani e le future generazioni hanno diritto a ricevere in eredità un mondo pieno di vita e che non sia condannato a cambiamenti climatici catastrofici.
Una specie animale simbolo della crisi del clima è l’orso polare. Da quando esistono le rilevazioni satellitari dalla fine degli anni Settanta la banchisa di ghiaccio marina estiva si è ridotta del 14%. Il Wwf ha avviato una speciale iniziativa di tutela: The Last Ice Area. Si tratta dell’ultima area utile per l’orso e le sue esigenze vitali che potrebbe restare entro il 2040, posizionata nella zona costiera settentrionale della Groenlandia e del Canada. Nel mese del clima il Wwf lancerà una campagna di raccolta fondi per proteggere questa porzione di Artico e salvare l’orso bianco. La riduzione progressiva dei ghiacci ha infatti incoraggiato le multinazionali del petrolio ad avviare ricerche per nuove perforazioni. In questa regione, infatti, si nasconderebbe il 30% del gas naturale e il 15% del petrolio non ancora sfruttato.