Nei secoli passati i Balcani sono stati il ponte che molti popoli dell’Europa e del Medio Oriente hanno attraversato, lasciando tracce importanti del loro passaggio: non solo negli edifici, con imponenti monasteri, mosaici multicolore, iconostasi riccamente decorate, affreschi di epoca medievale, ma anche nella cultura, attraverso la religione ortodossa, i piatti tipici, i costumi tradizionali e l’effervescente musica balcanica.Tre paesi per tre identità.
Kosovo: un paese in rapida trasformazione dal punto di vista economico, architettonico e sociale; grande come l’Abruzzo, il Kosovo è culla di tante culture e di tante religioni, ospita moschee, patriarcati serbi ortodossi e chiese cattoliche: insomma, un paese di contrasti, dal ritmo effervescente e dall’ospitalità calorosa. È l’ultima tra le nazioni europee ad aver raggiunto l’indipendenza, dichiarata il 17 febbraio 2008 e ad oggi riconosciuta da 65 nazioni ma non dall’ONU.
Macedonia: indipendente dal 1991, questo piccolo stato è un’esplosione di natura: un terreno scosceso, fatto di grandi montagne e valli profonde, che ospitano ampi laghi che si aprono come verdi occhi rivolti verso il cielo. I golosi saranno felici di sapere che sono 3 i presidi Slow Food in Macedonia: il kashkaval, il formaggio d’alpeggio di Mavrovo Reka, il peperone di Bukovo, il miglior peperone da condimento, da consumarsi macinato assieme a minestre e carni grigliate, e lo slatko di fichi selvatici, una sorta di composta di fichi verdi.
Albania: Greci, Romani, Bizantini e Ottomani si sono succeduti nei secoli, lasciando importanti tracce nell’architettura e nella cultura locali, tracce a cui si sovrappongono i segni lasciati da 45 anni di comunismo: castelli e monasteri sorgono accanto ad edifici razionalisti e ad importantissimi siti archeologici, in un curioso accostamento di stili e di forme. Anche la natura, nonostante il territorio non sia molto esteso, offre una grande varietà di ambienti: si passa da piccole pianure coltivate a colline dolci a impervie montagne, per arrivare fino alle coste, dove crescono gli ulivi e si respira, inevitabilmente, l’aria del Mediterraneo. Anche qui c’è in serbo qualche chicca da gourmet: nella zona di Permet si trova infatti un presidio Slow Food, il gliko, una composta di frutta intera fatta con ciliegie bianche, melanzane, fico selvatico, prugne o albicocche. Il gliko più caratteristico è certamente quello di mallo di noci, prodotto con le noci verdi intere.