Il nuovo complesso museale, firmato dallo studio viennese Coop Himmelb(l)au, sorgerà nel punto in cui confluiscono la Rhône e la Saône, al confine con un’area industriale oggetto di un intervento di riqualificazione. Concepita come “Museo della scienza”, la monumentale struttura in vetro aspira a diventare il luogo in cui le continue evoluzioni della tecnica, della biologia e dell’etica diventino appannaggio di un pubblico più ampio.
L’opera è stata ribattezzata dagli stessi architetti che l’hanno concepita “nuvola cristallina della conoscenza”, metafora che rimanda ai due elementi che la compongono: la trasparenza del vetro come anticamera urbana che accoglie i visitatori e li prepara all’esperienza museale, ed una nuvola che appare nella forma di una grande astronave che nasconde gli spazi espositivi all’interno dl suo enorme ventre.
Specchio della comune quotidianità, il vetro è metafora di limpidezza e facile percezione. Contrariamente la nuvola, dove trovano spazio innumerevoli transizioni e correnti sconosciute, evoca ciò che il domani può comportare, diventa metafora dell’oscura sensazione che accompagna l’incertezza di ciò che non si conosce.
Presente e futuro, noto e ignoto si incontrano in una “nuvola cristallina” che diventa irresistibile luogo della conoscenza.
L’ampio spazio al di sotto dell’edificio è concepito come “esperimento spaziale” che cerca di “stimolare la curiosità del pubblico”. Estensione del parco situato sull’estremità meridionale dell’isola, dà forma ad una nuova tipologia di spazio urbano: “un paesaggio di rampe e pendenze che dissolvono il confine tra interno ed esterno in una sequenza dinamica di eventi tridimensionali”.
La stessa dinamicità contraddistingue le sale espositive; scatole nere chiuse ed aree espositive libere si alternano sfruttando i due livelli della doppia altezza delle stanze
Il posto è pazzesco: un quartiere a forma di prua alla confluenza fra i fiumi Rhône e Saône, alle spalle della stazione Perrache, che un tempo ospitava solo depositi, prigioni, zone portuali in disuso, gasometri, vecchi zuccherifici, squallidi ritrovi per prostitute e clienti e che i turisti si guardavano bene dal frequentare. Le cose sono cambiate in questi ultimi anni: le vecchie fabbriche ospitano centri culturali, è stato realizzata un bellissimo porto fluviale, alcuni artisti e chef hanno ricavato in ambienti surreali i loro atelier e ristoranti.
E appunto, il 20 dicembre prossimo, proprio nel punto in cui convergono il Rodano e la Saona, verrà anche aperto al pubblico il nuovissimo e faraonico Museo delle Confluenze, una struttura composta da cristalli e nuvole, concepita dagli architetti dello Studio austriaco Coop Himmelb(l)au, famoso per i suoi progetti ispirati alla scuola “decostruttivista” e per il Museo Bmw di Monaco di Baviera. Come dire: Lione in un amen vedrà così raddoppiare il suo attuale centro cittadino. Con un museo che diventerà uno dei più grandi complessi espositivi dedicati alla storia dell’umanità e della Terra, alle scienze e all’evoluzione.
Quattro temi faranno da fil rouge: le “Origini, narrazioni del mondo” e “La Società, il teatro degli uomini”, “La Specie, l’insieme degli esseri viventi” e “L’Eternità, visioni dell’aldilà”. Con oltre 2 milioni di oggetti a dare la misura di un patrimonio strepitoso che permetterà di raccontare la storia e l’evoluzione del pianeta fra il XVI e il XXI secolo, muovendosi tra paleontologia e mineralogia, zoologia ed entomologia, egittologia e preistoria. Della serie: se la vostra prof vi ha fatto detestare le scienze, fate un salto a Lione, vi ricrederete.
I NUMERI – L’area di accesso e circolazione del pubblico sarà il Cristal, 1900 metri quadrati con un “Puits de Gravité” (pozzo di gravità) che sorreggerà le strutture metalliche e le grandiose vetrate. Perfino più suggestiva la parte denominata Le Nuage (la nuvola), con circa 11mila metri quadrati di sale espositive su 4 livelli. Il tutto, sorretto da un Socle in cemento con 14 pali e 3 giganteschi piloni in cui troveranno posto 2 auditorium, atelier e spazi collettivi.
LE ESPOSIZIONI – Da dicembre 2014 a maggio 2015, Les trésors de Guimets, con opere provenienti da collezioni dei musei Confluneces e Beaux-Arts di Lione e dal museo Guimet di Parigi. Un’altra esposizione sarà dedicata alla passione dell’umanità per l’atto di collezionare (fino a luglio 2015). Infine, una terza rassegna (fino al 28 giugno 2015) celebrerà la grande avventura umana della scoperta del Polo Sud.
ACCOGLIENZA – Tariffa unica del biglietto: 9 euro, con riduzioni da 5 o 6 euro e gratuità per i più giovani (sotto i 18 anni). Orari: dalle 11 alle 19 durante la settimana (dalle 9 di mattina su prenotazione), dalle 10 alle 19 nel weekend (il giovedì visite fino alle 22). Chiusura: lunedì. Il museo sarà dotato di spazi congressuali, di una libreria-boutique ma anche di una brasserie e di un café affidati agli chef stellati Jean-Paul Pignol e Guy Lassausaie.