Meno di un mese ma il palio di agosto 2012 è già cominciato con l’estrazione a sorte per il palio del 16 agosto 2012. Quattro i popoli che hanno esultato per l’uscita a sorte della loro bandiera, ovvero Leocorno, Istrice, Pantera e Giraffa. Sono queste le 4 contrade baciate dalla fortuna che andranno a fare compagnia a Civetta, Selva, Tartuca, Onda, Drago e Montone, completando così il quadro delle 10 che si presenteranno tra i canapi il prossimo 16 agosto.
Il Palio è l’anima di Siena, essenza dello spirito di appartenenza alla città.
Deriva da una tradizione molto antica: il primo embrione della manifestazione risale alla battaglia di Montaperti del 1260, quando la giostra conclusiva per le cerimonie dell’Assunzione divenne il simbolo dell’Indipendenza di Siena sotto la protezione della Vergine.
Da quel momento, ogni anno l’usanza si rinnova nel tradizionale Palio di Siena, che si svolge il 2 luglio (giorno della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto (giorno della Madonna Assunta).
Ancora oggi il Palio fa riferimento al regolamento del 1656, che sancisce la nascita ufficiale del Palio delle Contrade e Piazza del Campo come location del Palio.
Protagoniste del Palio, le 17 contrade cittadine: Bruco, Aquila, Civetta, Chiocciola, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre e Valdimontone.
Ogni anno, però, sono solo 10 le contrade che possono partecipare alla gara: le 7 contrade escluse l’anno precedente e 3 estratte a sorte.
Ogni Contrada è come un piccolo stato, retto da un Seggio con a capo il Priore e guidato nella “giostra” da un Capitano, coadiuvato da due o tre contradaioli detti “mangini”.
Possiede, entro il suo territorio, una Chiesa con annessa la sede ove viene custodito tutto il suo patrimonio: cimeli, drappelloni delle vittorie, costumi della Comparsa – quelli in uso e molti di antica data – bandiere, archivio e tutto quanto altro concerne la vita della Contrada stessa.
Il complesso meccanismo della festa raggiunge il suo compimento con lo uno scoppio di mortaretto che annuncia l’uscita dei cavalli dall’Entrone. Ad ogni fantino viene consegnato un nerbo di bue con il quale potrà incitare il cavallo o ostacolare gli avversari durante la corsa. I fantini cavalcano a pelo, cioè senza sella e valgono anche le vittorie a cavallo “scosso” (con cavaliere caduto)
Quindi si procede all’avvicinamento verso la “mossa”, ossia il punto dove il mossiere abbassa i due canapi tra i quali saranno chiamati ad allinearsi cavalli e fantini, per dare inizio alla corsa. E’ il momento in cui tutta la città trattiene il fiato.
L’ordine di entrata è stabilito dalla sorte, infatti le Contrade vengono chiamate secondo l’ordine di estrazione. La decima e ultima, entrerà invece di “rincorsa” quando lo riterrà più opportuno, decidendo così il momento della partenza. Se la partenza non sarà valida, uno scoppio del mortaretto fermerà i cavalli. Quest’ultimi dovranno compiere tre giri di pista per circa 1000 metri e solo al primo arrivato sarà riservata la gloria della vittoria. Chi vince è comunque il cavallo, infatti può arrivare anche “scosso” ossia senza fantino.
Si tratta, infatti, dell’unica gara al mondo in cui alla partenza tutto è permesso: colpi bassi, ostacoli agli avversari, cambi di posto. Ogni azione dei fantini, durante la mossa, è pensata e voluta: è il momento più determinante della competizione e determina l’esito dell’intera corsa. La mossa può durare da pochi minuti a oltre un’ora, solo il mossiere ha facoltà di decidere il giusto momento per abbassare il canape e far partire la corsa.
Nella corsa del palio di siena Il mossiere, figura fondamentale del Palio, viene nominato dall’Amministrazione Comunale su proposta dei Capitani. Per vincere bisogna compiere tre giri del Campo, vincendo il rischio delle curve storiche del Casato e di San Martino.
E’ una festa a cui i cittadini tengono molto e da tempo memorabile, a cui dedicano tempo, convinzione e prove. Visitare la città nei giorni del Palio e come respirare insieme un surreale clima di tensione e gioia.