Infatti le vendite non sono mai andate così male, registrando un calo addirittura del 20% e non fanno ben sperare neanche le previsioni per il 2013.
“In assenza di una inversione di tendenza, il 2013 si candida ad essere come ‘l’annus horribilis’ sul fronte dei consumi, con pesanti ripercussioni per il settore del commercio e per milioni di attività – spiega il Codacons in una nota -. Le famiglie hanno fortemente tirato la cinghia, riducendo il numero di regali e la loro entità, e tagliando anche sulle spese per la casa, sempre più spesso riciclando gli addobbi degli scorsi anni. Tendenza inversa, invece, per gli alimentari: le tavole degli italiani rimangono imbandite, a dimostrazione di come le famiglie siano disposte a ridurre i consumi su altre voci di spesa, ma restino fedeli alla tradizione del cenone e del pranzo di Natale”.
Se si esaminano attentamente gli acquisti fatti dagli italiani per il Natale 2012, secondo il Codacons, “le principali riduzioni dei consumi si sono registrate nel settore regali, con cali drastici degli acquisti fino al -20% per abbigliamento, calzature, arredamento e oggettistica per la casa. Malissimo anche i comparti viaggi, ristorazione e cultura (-15%). Le vendite possono ritenersi soddisfacenti unicamente nel settore giocattoli, informatica e hi-tech, mentre si è speso addirittura più dello scorso anno (mediamente il 5% in più) per gli alimentari”.
L’unica nota positiva è che a causa dell crisi,gli italiani hanno almeno ridotto gli sprechi alimentari. Secondo uno studio condotto da Coldiretti/Swg, infatti, in più di una tavola su cinque circa il 21% è stato attento affinché non avanzasse nulla del tradizionale cenone della vigilia e dal pranzo di Natale, mentre nel 54% dei casi la quantità di cibo avanzata è stata molto esigua. Inoltre nove italiani su dieci hanno trascorso a casa insieme a parenti o amici il Natale rinunciando a trascorrere le festività fuori, il 10 per cento in più rispetto allo scorso anno.