Sui monti dell’Alto Atlante, le genti del villaggio berbero di Ait Haddidou raccontano la storia di due innamorati divisi dall’appartenenza a due clan: gli Ait Yazza e gli Ait Ibrahim. Questi Romeo e Giulietta marocchini conobbero lo stesso tragico destino: morire senza potersi amare ne sposare. Da quel giorno i due clan decisero che una volta all’anno le giovani ragazze berbere fossero libere di scegliere il proprio fidanzato e che chiunque decidesse di sposarsi in quel momento non avrebbe incontrato alcuna opposizione. Così nacque la ‘Fiera delle Spose’
La Fiera delle Spose avviene solitamente tra la fine del mese di agosto e l’inizio di settembre, in base alle importanti fasi lunari, nella cornice naturale dei monti dell’Atlante, presso il villaggio di Imilchil. La fiera vede giovani ragazze vergini, donne vedove oppure divorziate, accorrere e radunarsi per tre giorni alla ricerca del nuovo compagno per la propria vita. Una ricerca gioiosa, accompagnata da un vero e proprio clima di festa con musiche, danze e mercati in un’atmosfera insolita ma profondamente tradizionale.
La manifestazione infatti affonda le sue radici in una leggenda molto simile alla tragedia di Romeo e Giulietta.
Leggenda o meno, i berberi delle tribù degli Ait Haddidou una volta all’anno si danno appuntamento per tre giorni nel villaggio di Imilchil dove si radunano giovani ragazze vergini, donne divorziate e vedove alla ricerca di nuovi compagni dando vita ad un festival tra i più insoliti al mondo. Mercati, canti, balli durante i quali una donna divorziata o vedova può sposarsi il giorno stesso e rientrare a casa con un nuovo marito, mentre le ragazze vergini, dopo aver scelto il fidanzato, dovranno attendere l’anno dopo per convolare a nozze.