Non è facile smuovere tante persone in una terra così povera e vasta come l’India, ma i tradizionali bagni purificatori nei sacri fiumi in precisi momenti astrologicamente propizi (Giove in Acquario e Sole in Ariete) – essenza clou dei Kumbh Mela – sembrano riuscirci egregiamente, grazie anche al non trascurabile fatto che le sacre abluzioni sono capaci di cancellare non soltanto i peccati commessi nella propria vita, ma pure tutti quelli compiuti dalle 88 generazioni precedenti, ponendo così fine una volta per sempre al dannato ciclo delle rinascite e delle reincarnazioni perpetue. E’ quindi la garanzia del paradiso a mettere in moto non soltanto asceti e guru, santoni e mistici, ma anche fedeli di ogni casta e censo, da ogni angolo del paese, per giungere all’appuntamento con ogni mezzo possibile, piedi compresi, gli uni a fianco degli altri, sorretti dalla stessa fede.
Ogni Kumbh Mela non si limita ovviamente ai bagni purificatori, ma rappresenta anche un’occasione di conoscenza e di confronto tra le varie sette, scuole mistiche e ordini monastici, tra religiosi e laici, con momenti di preghiera, di cerimonie, di processioni, di discussioni teologiche ma anche di esibizioni da parte di sadhu (i celebri santoni ascetici che vivono nudi e immobili in meditazione) e guru, di yogin e babas.
Da non perdere le processioni delle diverse sette, armate di spade e tridenti e guidate dai capi e dalle effigie divine portate su elefanti e carri bardati, in competizione per chi si immergerà per primo nelle sacre acque. Per fortuna l’interpretazione astrale del momento più propizio per le abluzioni varia da setta a setta. Questa impressionante cerimonia affonda le radici nel tempo e si celebra da oltre un millennio: secondo gli storici risalirebbe infatti all’ VIII secolo, quando il mistico Shankarcharya – artefice del trionfo dell’induismo sul buddismo, convocò una riunione plenaria di tutti gli adepti a questa religione. Ma le più antiche scritture sanscrite narrano di un conflitto primordiale tra dei e demoni per il possesso di un vaso (kumbh) contenente il nettare dell’immortalità; nel parapiglia caddero quattro gocce sulle località oggi sede a rotazione del Kumbh Mela, capaci di garantire, se non l’immortalità del corpo, almeno quella dell’anima.
Il prossimo Khumbh Mela si svolgerà dal 14 gennaio al 10 febbraio 2013 ad Allahabad, nell’Uttar Pradesh, città santa per gli indù che sorge alla confluenza dei tre fiumi indiani più sacri (Gange, Yamuna e il mitico Saraswati), da sempre centro culturale e religioso, patria di Nerhu e di Indira Gandhi. La partecipazione a questa singolare cerimonia merita un’estensione ad altre importanti località della spiritualità religiosa indiana, presenti negli stati settentrionali del Bihar e dell’ Uttar Pradesh. Da non perdere Patna, antica e vivace capoluogo del Bihar, dove si conservano le ceneri del Buddha e uno dei più venerati luoghi sacri del sikhismo, essendovi nato nel 1660 Gobind Sing, l’ultimo dei dieci guru Sikh. Rajgir invece costituisce un importante luogo di pellegrinaggio per buddisti, giainisti e hindu; fu luogo prediletto dal Buddha, dove per la prima volta i suoi insegnamenti furono messi per iscritto. La vicina Nalanda offre le rovine di una delle università più prestigiose del mondo antico, risalente al V secolo, quando ospitava diecimila monaci. Bodhgaya, sito Unesco, più che una città è un centro studi e un museo buddista, perché proprio qui 2.600 anni fa il principe Siddharta Gautama raggiunse l’illuminazione sotto il famoso albero di pipal. Varanasi, la vecchia Benares capoluogo dell’Uttar Pradesh e città consacrata a Shiva, rappresenta uno dei luoghi più sacri del paese, dove i pellegrini hindu si recano per lavare i peccati di una vita nel Gange e per cremare i morti, piena di monumenti e di templi. La vicina Sarnath infine è il luogo dove Buddha pronunciò il suo primo sermone.