Tradizione che ha origini nel Medioevo, la Mi-Carême è un festival carnevalesco che viene celebrato a marzo ogni anno in tre sperduti villaggi del Québec – Iles-aux-Grues (Chaudière-Appalaches), Fatima (Iles-de-la-Madeleine) e Natashquan (Côte Nord) – e mantenuto vivo dagli Acadiani, diretti discendenti dei primi colonizzatori francesi.
Da febbraio in poi in Québec è tutto un ‘risorgere dalle nevi’: ovunque si festeggia, esorcizzando i rigori invernali, l’arrivo del Carnevale. In testa, il più conosciuto Carnaval de Québec, quasi 60 anni di storia e una fama internazionale, ma molte sono, sparse sul grande territorio, le manifestazioni sui generis.
Meno nota, e celebrata in sole tre località del Québec, la Mi-Carême ogni anno a Marzo (date variabili a seconda della località), è considerata, dall’antica cultura acadiana, l’ultima festa dell’inverno. Sul calendario questa celebrazione coincide con la metà della Quaresima, periodo ben noto di penitenza e mortificazione che veniva interrotto, con sollievo di tutti, da questa festività, un’occasione di divertimento in maschera e di gozzoviglie.
Uno dei tre villaggi dove la tradizione si è preservata pressoché intatta nei secoli è Fatima, piccola realtà posta sulle Iles-de-la-Madeleine, fondata tra il 1820 e il 1845 e oggi abitata da meno di 3.000 anime. Qui la Mi-Carême esprime con vigore tutta la joie de vivre degli abitanti tra balli, musiche e mascherate davvero coinvolgenti.
Da non perdere, l’Ecomuseo della Mi-Carême, un viaggio culturale alla scoperta di questa antica tradizione.
Dalle Iles-de-la-Madeleine a un altro arcipelago del San Lorenzo, che prende il nome dall’unica isola abitata, l’Isle-aux-Grues, 10 x 4 km per un totale di 130 abitanti. Anche qui la popolazione acadiana di origine, festeggia la Mi-Carême che quest’anno cade dal 10 al 16 marzo: accanto alle grandi celebrazioni in maschera, il programma include escursioni sulle ciaspole o gli sci di fondo, passeggiate e osservazioni ornitologiche invernali. Il tutto arricchito da assaggi di formaggio locale, emblematicamente conosciuto come Mi-Carême.
Brutt! Brutt! Brutt! Questa è la formula magica che apre le porte delle case di Natashquan durante la settimana della Mi-Carême: a sera, personaggi mascherati si recano di abitazione in abitazione, confondendo amici e parenti sotto travestimenti fantasiosi. Di norma la risposta è: ‘Levati la maschera e ti offrirò da bere’! Riconosciuti o meno, tutti i personaggi in incognito si meritano un bicchierino durante questo rito con funzioni sociali ed estetiche per le famiglie del villaggio che lo praticano. Sogno e meraviglia, interazione e gioco durante questa settimana di amicizia profonda.
Mi-Carême a parte: dove la neve è protagonista
A St. Jean Port Joli, famosa per le sculture in legno, ogni febbraio (quest’anno dal 6 al 9) ha luogo il festival delle sculture di neve. Imperdibile a sera quando il buio favorisce spettacoli di luci e feste d’intrattenimento.
A -30° sono in molti a scoraggiarsi ma non gli Inuit che ogni due anni a marzo festeggiano l’inverno a Puvirnituq, tra sculture di ghiaccio in concorso e gare, con il leggendario circuito Ivakkak, dove gareggiano le slitte trainate dai musher. Gli Inuit che raggiungono i 1.672 abitanti di Puvirnituq arrivano da 14 villaggi del Nunavik, del Nunavut e persino dei territori del Nord-est e della Groenlandia. I festeggiamenti durano una settimana e la prossima edizione sarà nel 2015.