Questo è un anno di festa per la Norvegia. Si aprono ufficialmente le celebrazioni per il 150° anno dalla nascita del pittore Edvard Munch. Questa è una nazione di eccezionale bellezza naturale che offre fantastiche esperienze: dall’aurora boreale al sole di mezzanotte, la Norvegia non smette mai di stupire. Non c’è da meravigliarsi quindi che sia questo il Paese in cui è nato il celebre “Urlo”.
Edvard Munch (1863-1944) è senz’altro il pittore che più di ogni altro anticipa l’espressionismo, soprattutto in ambito tedesco e nord-europeo.
Nell’opera di Munch sono rintracciabili molti elementi della cultura nordica di quegli anni, soprattutto letteraria e filosofica: dai drammi di Ibsen e Strindberg, alla filosofia esistenzialista di Kierkegaard e alla psicanali di Sigmund Freud. Da tutto ciò egli ricava una visione della vita permeata dall’attesa angosciosa della morte. Nei suoi quadri vi è sempre un elemento di inquietudine che rimanda all’incubo. Ma gli incubi di Munch sono di una persona comune, non di uno spirito esaltato come quello di Van Gogh. E così, nei quadri di Munch il tormento affonda le sue radici in una dimensione psichica molto più profonda e per certi versi più angosciante. Una dimensione di pura disperazione che non ha il conforto di nessuna azione salvifica, neppure il suicidio.
L’urlo (1893) è probabilmente la sua opera più conosciuta. È parte di una serie di opere denominate “Il Fregio della Vita”, in cui Munch ha esplorato i temi della vita, amore, paura, morte, malinconia, e ansia
L’autore stesso sostiene di aver concepito l’opera mentre camminava al tramonto da un punto panoramico chiamato Ekeberg a Oslo, con due amici. Di colpo, fermandosi, immerso in quell’atmosfera rosso sangue, ebbe un attacco di panico.
Edvard Munch è il pittore dell’angoscia: gli unici temi che lo interessano sono la passione, la vita e la morte. L’ombra di questa lo accompagnerà lungo l’arco della sua intera esistenza: muore la madre, mentre è ancora bambino e, adolescente, assiste alla morte della giovane sorella, logorata dalla tubercolosi. Questi episodi acuiranno la sua sensibilità nervosa e ne influenzeranno già i primi quadri.
Per celebrare degnamente l’artista e la sua opera più famosa “L’Urlo”, Visitnorway ha pensato di creare e presentarvi un filmato che raccoglie alcune delle esperienze “da Urlo” che si possono vivere oggi in Norvegia. La differenza con il quadro originale è che i nostri urli sono provocati da esperienze positive o capaci di strapparci un sorriso.
Visitnorway vuole condividere questi momenti da “Urlo” con il mondo intero e invita tutti ad arricchire il filmato condividendo le proprie esperienze in modo da dare vita all’urlo più lungo del mondo. I contributi inviati agli organizzatori saranno aggiunti al filmato originale. Tra tutte le clip pervenute, ogni settimana sarà selezionato un partecipante che potrà aggiudicarsi un fantastico viaggo in Norvegia.