La perla del Danubio, Budapest: una tra le più belle città d’Europa. Divisa in due parti dal fiume Danubio, sulle colline calcaree dolomitiche si adagia Buda coronata da verdi cime, sulla riva sinistra invece si adagia Pest; otto ponti uniscono le due parti, al centro del fiume la celebre Margit Sziget, (l’Isola Margherita), ideale per passeggiare, praticare sport e per rilassarsi nei bagni termali o bagni turchi. Il Danubio, e i suoi meravigliosi ponti, è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
Budapest è affascinante per la sua diversità architettonica e le influenze che hanno modellato la sua identità magiara nel corso dei secoli, dall’occupazione turca all’impronta austro-ungarica. La capitale dell’Ungheria combina in modo ideale i piaceri dell’arte, i sapori della gastronomia e il rituale del bagno, vera e propria filosofia del benessere. Da una parte c’è Buda, abbarbicata aristocraticamente sulla collina, con la chiesa Mátyás e il palazzo reale; dall’altra c’è Pest, piatta come la grande pianura ungherese, con i suoi ampi viali affacendati fiancheggiati da edifici grandiosi e caffè letterari. In mezzo scorrono le acque brune del Danubio, scavalcato da numerosi ponti metallici. Teatrale come un retablo barocco, affascinante come un palazzo delle mille e una notte, Budapest attrae immediatamente l’attenzione e promette momenti d’incantevole rapimento.
Budapest è oggi una delle poche capitali europee che può offrire parchi naturali protetti e stabilimenti termali, ideali per il relax. Ma Budapest è anche una città culturalmente vivace e moderna, tanto da essere soprannominata “la Parigi dell’Est”.
Buda
Várnegyed, il quartiere del castello
Eccomi a Buda, sulla montagna del castello (Várhegy), a circa cinquanta metri sopra il Danubio. Il quartiere del castello, luogo molto turistico di Budapest, è comunque ricco di fascino e concentra su una piccola superficie il palazzo reale, alcune chiese, dei musei e un gran numero di case barocche decorate con medaglioni e angioletti sulle facciate e pozzi nascosti nei cortili. C’è tanto da vedere, di che riempire una giornata, senza dimenticare di fare una sosta alla pasticceria Ruszwurm.
Il palazzo reale (Budavári palota)
Dunque, tutto o quasi, comincia su questo piccolo altopiano cinto da bastioni nel XIII secolo, quando Bela IV costruisce una fortezza per resistere alle invasioni mongole. Verso il 1400, l’imperatore Sigismondo edifica in questo luogo un castello gotico, che sarà trasformato e imbellito nel 1458 sotto il regno illuminato di Mattia Corvino, brillante sovrano letterato e umanista. Distrutto poi ricostruito, questo castello diventato palazzo reale (Budavári palota) viene continuamente rimaneggiato dai suoi successori, e in particolare dagli Asburgo, fino a diventare una mescolanza di stili e di forme. Colpito in pieno durante l’assedio di Budapest nel 1944-1945, è stato restaurato secondo i piani del palazzo del 1905.
Il cancello d’ingresso in ferro forgiato (Várpalota kapuja), decorato di motivi floreali e del monogramma di Francesco Giuseppe, è un capolavoro di delicatezza firmato Gyula Jungfer. Sul pilastro di sinistra si erge un enorme rapace di bronzo con le ali spiegate e il becco affilato che minaccia Pesta: è il Turul, l’uccello totem dei magiari pagani. Un altro pezzo di bravura: la fontana monumentale in bronzo del re Mattia, opera dello scultore Alajos Stróbl (1904), presenta il monarca in una scena di caccia e di amore, accanto alla bella Elena, figlia di cacciatore, di cui si innamorò.
All’interno del palazzo, ti aspettano diversi musei, fra i quali il Museo di Storia di Budapest (Budapesti Történeti Múzeum) e soprattutto la Galleria nazionale ungherese (Nemzeti Galéria). Ho privilegiato quest’ultima per far conoscenza con la storia della pittura ungherese che incomincia con una magnifica serie di retabli gotici. Nel XIX secolo, i pittori ungheresi scoprono le gioie del realismo (illustrato dal grande Mihály Munkácsy) e quelle della natura, come in Francia, in una vena però che rimanda più all’ispirazione creativa della scuola di Barbizon che a quella dell’Impressionnismo. Ma la grande scoperta di questo museo resta quella del pittore autodidatta Csontváry, un ex farmacista la cui opera dai colori psichedelici colpisce lo sguardo.
Il quartiere del castello
Bianca, immacolata, la chiesa Mátyás (Mátyás Templom) può sconcertare per il suo partito preso neogotico spinto all’estremo. Eppure, si tratta di un altro luogo emblematico della storia dell’Ungheria in cui Francesco Giuseppe I e Sissi furono incoronati sovrani con una messa scritta e diretta da Franz Liszt come sottofondo musicale. I puristi vedranno in questa chiesa nient’altro che pastiche e kitsch. Tuttavia, le vetrate e gli affreschi dei due decoratori, Bertalan Székely e Károly Lotz, combinano felicemente il Liberty, le tradizioni popolari ungheresi e le influenze orientali, in un gesto creativo che rivendica senza complessi l’originalità del gusto ungherese.
All’uscita, gli innamorati e gli amatori di panorama si danno tutti appuntamento sul Bastione dei pescatori (Halászbástya), dominato da sette torrette che rappresentano le sette tribù magiare. Fu costruito per celebrare i mille anni dell’Ungheria nel 1896, come tanti altri edifici di Budapest. Da questa fortezza neoromanica fiabesca si gode un bellissimo panorama sul Danubio e su Pest.
Tutto il resto del quartiere merita una passeggiata approfondita attraverso le vie Táncsisc Mihály, Tárnok, Országház, Úri e Fortuna che presentano facciate barocche, elementi gotici (come le nicchie a sedile situate sotto i portici e destinate al riposo dei cocchieri) e begli intonaci ocra o verdi restaturati da poco.
Dal lato di Pest
Cambiamento radicale di scenario! Ecco Pest, con i suoi grandi viali come Andrássy ut (gli Champs-Élysées di Budapest), il suo florilegio di architettura eclettica, numerosi monumenti pomposi e i caffè, alcuni dei quali furono la gloria intellettuale e artistica della capitale all’inizio del XX secolo.
Place Vörösmarty e rue Váci
Situata in pieno cuore del quartiere pedonale, la piazza Vörösmarty è un luogo imperdibile della città di Pest dove si passa e si ripassa, come i suoi abitanti che vanno e vengono con le braccia cariche di pacchetti. In fondo, il negozio di abbigliamento Luxus, situato in un palazzo del 1911 costruito dagli architetti Kálman Giergl e Flóris Korb, è una curiosità: riferimento assoluto della moda di lusso sotto il socialismo, oggi il negozio sta andando in rovina a poco a poco, conseguenza delle marche mondializzate. Di fronte, la sala da tè Gerbeaud incarna da più di un secolo l’eccellenza della pasticceria d’Europa Centrale di cui alcuni prodotti, incredibile ma vero, sono esportati a… Palermo.
La via Váci è un’arteria pedonale molto commerciale. Basta sollevare lo sguardo ed esplorare le vie circostanti (come quelle di Párizsi, Haris köz e Kígyó) per far bottino di palazzi Liberty (fra i quali un esempio raro di Jugendstil di Bruxelles), di facciate di ceramica e persino di un negozio tutto decorato in legno di noce (via Petőfi Sándor 20). Lì vicino, da Rózsavölgyi és Társa, i musicisti faranno scorta di spartiti classici in bellissime edizioni a prezzi modici, pubblicazioni che fanno onore alla città di Béla Bartók, Zoltán Kodály e Franz Liszt !
Alla fine della via Váci si scorge un edificio monumentale, tutto di mattoni rossi, sovrastato da torri neogotiche, con il tetto coperto di maiolica, qualcosa come una stazione gigante, tipica dell’architettura industriale del XIX secolo. In realtà, si tratta del mercato coperto centrale (Vásárcsarnok) dell’architetto Samu Petz, il cui interno è costituito da una vasta navata metallica sotto la quale prosperano innumerevoli bancarelle di frutta, verdura e salumi (vedi il nostro articolo). Da non mancare!
Andrássy ut, gli Champs-Élysées di Budapest
Questo viale rettilineo lungo 2,5 km, ispirato all’urbanistica haussmaniana parigina, conobbe il suo apogeo ai tempi della doppia monarchia austro-ungarica. Dalla caduta del comunismo, le palazzine e i palazzi eclettici hanno ritrovato il loro splendore. Il palazzo dell’Opera nazionale (Magyar Állami Operaház), con il suo portico in aggetto fino al viale Andrássy, è il capolavoro di Miklós Ybl che si distingue da tutte le altre realizzazioni del Millenario. La decorazione interna è una meraviglia, specialmente la scala d’onore in marmo a doppia rampa e il soffitto a cassettoni decorati con soggetti mitologici.
Più in là, il viale taglia Nagymező utca, soprannominato, all’inizio del XX secolo, la Broadway di Pest con i suoi innumerevoli cabaret e l’atmosfera festante degna di quella di Vienna. Tuttora, alcuni teatri come il Thália e il Teatro dell’Operetta mantengono in vita la tradizione.
Andrássy út si apre in seguito su due piazze: da un lato Jókai tér, con la statua dello scrittore romantico Mór Jókai, e dall’altro Liszt Ferenc tér dove si allineano, in questo quartiere giovane e animato, bar e ristoranti trendy, come Menza. L’Accademia di musica Franz Liszt (Liszt Ferenc Zeneakadémia), costruita tra il 1904 e il 1907 da Kálmán Giergl e Flóris Korb, vale la visita soprattutto per la decorazione degli interni in stile Secessione rimasta intatta. Attualmente, sulla programmazione delle due sale di concerto da 1200 e 400 posti regna il brillantissimo pianista e direttore d’orchestra Zoltán Kocsis.
La Piazza degli Eroi ( Hősök Tere)
Questa piazza monumentale, dovuta all’architetto Albert Schickedanz, non manca di prestanza, con ai lati due musei ispirati dai templi greci. Al centro s’innalza il Monumento Millenario, che commemora i mille anni della conquista magiara: sul pilastro alto 36 m troneggia una statua dell’Arcangelo Gabriele, in piedi su un globo, nell’atto di consegnare la corona d’Ungheria e la croce apostolica al re. Sul piedistallo, un imponente gruppo scultoreo composto da sette gagliardi con baffi da vichinghi rappresenta il principe Magyar Árpád che conduce alla vittoria le sette tribù mitiche. Dietro, il colonnato, decorato in alto di allegorie scolpite, ospita le statue delle grandi glorie dell’Ungheria, da santo Stefano a Lajos Kossuth, eroe della rivoluzione del 1848-1849. Il 16 giugno 1989, la Piazza degli Eroi fu teatro di una celebrazione commemorativa di Imre Nagy e dei suoi compagni, giustiziati nel 1958 dopo l’intervento sovietico.
Il Museo di Belle Arti (Szépművészeti Múzeum)
Dei due musei che si ergono sulla piazza, abbiamo privilegiato quello di Belle Arti. Questo colossale edificio neoclassico, edificato anch’esso nell’ambito dei festeggiamenti del Millenario, ospita tesori d’arte europea, come le collezioni acquisite nel XIX secolo del principe Esterházy e dell’arcivescovo ungherese Pyrker, che fu patriarca di Venezia. La pittura italiana è molto ben rappresentata, con esempi delle scuole di Venezia, di Firenze e di Urbino, dal primo Rinascimento al barocco. Ma è la scuola spagnola che incarna al meglio il talento del principe Esterházy e di un altro collezionista, Marcell Nemes, due uomini che si interessarono al Greco, a Vélasquez, a Zurbaran e a Goya quando questi pittori non valevano ancora niente nel mercato dell’arte! Dall’apertura nel 2003 della mostra «Monet e i suoi amici », che ha attirato più di 300.000 visitatori, gli abitanti di Budapest vanno matti per le mostre temporanee e aspettano con impazienza la prossima dedicata all’arte spagnola, che apre in gennaio.
I bagni Széchenyi
I bagni Széchenyi (Széchenyi Gyógyfürdő), i più frequentati della capitale, sono situati a cinque minuti a piedi dal Museo di Belle Arti! Costruito nel primo decennio del XX secolo per sfruttare una sorgenta a 75°C, la più calda di Budapest, questo palazzo neobarocco risplendente sotto la sua veste giallo senape è una meraviglia dedicata all’arte del bagno. Questo rituale, che combina igiene e rilassamento, si pratica tra i bagni termali interni, la grande piscina aperta a 27°C, lunga 50 m, e le altre due vasche semicircolari riscaldate a 34 e 38°C, con i loro famosi giocatori di scacchi. L’inverno, quando si alzano dalla superficie delle acque calde nubi di bruma, è la stagione migliore per godersi questa anticamera del paradiso…