Scoprete cosa non dovete assolutamente perdere durante il vostro soggiorno in Polinesia Neozelandese: sport, navigazioni nella laguna, vita da spiaggia… tante le cose da fare, da vedere e da vivere!
Pinne e maschera
Le barriere coralline che circondano gli atolli delle Isole Cook, chiusi in grandi piscine naturali e ricchi di pesci tropicali, coralli rossi e tartarughe marine, sono sicuramente una delle prime tappe che non potete perdere. È sufficiente avere una maschera e un paio di pinne, per nuotare nel blu del Pacifico e ammirare l’incredibile vita sottomarina. Mentre quanti desiderano esplorazioni più profonde, a Rarotonga troveranno numerosi centri di immersione che propongono diving a tutti i livelli.
Lo spettacolo naturale di Aitutaki
Nelle acque turchesi della Laguna di Aitutaki, che lambiscono la sabbia corallina della costa, si ha la sensazione di essere avvolti dal profumo della terra, del mare e del mondo sommerso; non esiste altro luogo così idilliaco, da scoprire a bordo di imbarcazioni che attraversano acque trasparenti per raggiungere i diversi atolli, tra cui One Foot Island, spesso cornice ideale scelta da quanti si recano in questo paradiso per celebrare il proprio matrimonio.
Oltre il mare, la natura
Se volete alternare giornate di mare con splendide passeggiate nelle foreste dell’entroterra, affidatevi al simpatico e mistico Pa, ‘the medicine man’, che vi potrà spiegare le proprietà delle erbe officinali autoctone di Rarotonga. Immersi nella lussureggiante foresta tropicale che ricopre l’interno dell’isola di Atiu, potrete, in alternativa, visitare Anatakitaki, la più grande e spettacolare grotta delle Cook, o andare alla scoperta di pennuti esotici
Percorrere l’intero periplo dell’isola di Rarotonga
Un unico anello stradale lungo 33 km, lambito, da una parte, da ampie spiagge di sabbia bianca, resort e lagune paradisiache, dall’altra da una fitta foresta dominata da picchi inaspettati. Potrete percorrerlo a bordo di uno dei soli 2 autobus, clockwise o anticlock wise, a seconda che il tragitto venga fatto in senso orario o antiorario, oppure affittare un motorino non prima di aver acquistato la patente per guidare alle Isole Cook. Attenzione però: si guida a sinistra!
Un po’ di shopping, per non farsi mancare proprio niente
Dai classici ukulele, a vestiti e parei, da sculture di legno, conchiglie lavorate, gioielleria alle preziose perle nere, di cui le Cook sono tra i principali produttori al mondo: il sabato dalle sei a mezzogiorno è di rigore fare un giro al Punanga Nui Cultural Market di Rarotonga, un’esperienza piacevolissima, profumata e molto colorata.
La funzione domenicale
Anche se non siete praticanti, non perdetevi la messa domenicale nella cattedrale di Avarua, recitata in lingua in Maori. È uno spettacolo nello spettacolo, cappellini di ogni foggia e colore indossati dalle donne, abiti di lino bianco, borsette di paglia e foulard, mentre vengono intonati canti sacri e melodie. All’uscita, l’aria scaldata dal sole, profuma di torte e biscotti alla papaya preparati da mamme, zie e nonne per un brunch domenicale formato famiglia.
Un’ottima cena per leccarsi le dita
Uno dei modi per conoscere le gustose specialità cookiane è quello di prendere parte al “Progressive Dinner”, tour gastronomico di circa tre ore che vi permette di gustare dell’ottimo cibo spostandosi di casa in casa.
Tutti a bordo del Going Troppo…
La sera approfittate del divertentissimo Going Troppo, il discobus che fa il giro dei locali notturni di Rarotonga a tappe e che, a fine nottata, vi riporta in albergo. Un modo alternativo e divertente di passare la serata e conoscere nuovi amici.
… o partecipate ad un “island nights”
Ogni occasione è buona per danzare, ma i momenti più belli sono le frequenti “Island Nights”, durante le quali le danzatrici invitano i turisti stranieri a salire sul palco per unirsi al ballo. Ogni sera avrete modo di esibirvi in qualche danza maori, imparare i ritmi dell’hura o semplicemente osservare gli abili ballerini che si esibiscono in tipiche danze cookiane.
E per finire… una buona birra
Benché i missionari siano riusciti a reprimere questa usanza in gran parte delle isole dell’arcipelago, sull’Isola di Atiu esistono ancora i , ovvero pub nella foresta (“Jungle Pub” per gli occidentali) dove gli abitanti locali producono una birra a base di luppolo, malto, succo d’ananas e/o arancio che viene consumata in un rituale informale accompagnato da musiche, preghiere e simpatici discorsi con i nuovi amici.