Un buon libro è un compagno di viaggio perfetto: fa sognare, non è invadente, sta con voi solo quando lo scegliete e vi ispira a provare e vivere nuove avventure. Se nel vostro zaino o valigia non manca lo spazio apprezzerete sicuramente consigli sugli imperdibili libri della letteratura da viaggio, dopo l’Odissea e dopo Moby Dick
I DIARI DELLA MOTOCICLETTA di Sales Walter – Nel 1952, il Che ventenne, alla viglia della laurea in medicina, attraversò il Cono Sud, il continente sudamericano, con l’amico Alberto Granado Otto mesi, più di diecimila chilometri tra le Ande e il Rio delle Amazzoni, partendo dall’Argentina e passando per ì il Cile, il Perù, la Colombia fino a Caracas, la capitale del Venezuela: due amici e una scassatissima moto, La Poderosa, che morirà tristemente da qualche parte del Cile, appiedando il futuro Che (Gael García Bernal) e il povero Granado.
EBANO di Ryszard Kapuscinski (2002) – Questo romanzo è un viaggio nel continente africano: attraverso gli occhi attenti dell’autore possiamo guardare approfonditamente una realtà lontana, ricca di superstizioni, lotte continue per la sopravvivenza, concezioni temporali opposte a quelle occidentali, stili di vita antitetici. Leggendo “Ebano” ci si sente ricchi. Ci si sente fortunati. Esiste un divario sconvolgente tra LORO e NOI, causato da anni di lotte civili, migliaia di morti e ferite profonde secoli. Ma l’Africa di Kapuscinski non è solo sofferenza: è l’incessante ricerca perpetua di ombra e di cibo, è paura di ammalarsi di malaria, è vivere insieme a scarafaggi e insetti di ogni genere, è gioia nel vedere le danze tipiche dei luoghi che incontra lungo il suo reportage. Un universo costellato da lucine che nelle sere fredde africane, illuminano il percorso del viaggiatore spaurito. Kapuscinski affronta anche le tematiche politiche, i colpi di stato e le rivolte dei guerriglieri in Ruanda e in Eritrea.
IN PATAGONIA di Bruce Chatwin (1977) – In una narrazione frammentata, Chatwin descrive mondi ed esperienze lontanissime tra loro, cronologicamente e geograficamente, ricostruendo e restituendo lo spirito dei luoghi visitati. Sfilano, nei 97 brevi capitoli, miti e leggende, spedizioni, convinzioni e luoghi comuni, aneddoti storici sulla colonizzazione del Sudamerica a opera degli Europei a partire dal XVI secolo, storie di marinai ed esploratori, di proprietari terrieri di origine europea, di contadini e lavoratori, di indios e popolazioni autoctone sterminati, di emigrati russi all’epoca della Rivoluzione bolscevica, di banditi in fuga dagli Stati Uniti, di boeri emigrati agli inizi del XX secolo. Una o più storie per ciascuno dei luoghi visitati, riferite dagli abitanti del posto, rintracciate su enciclopedie e cronache locali o libri di storia.Per gli amanti della Patagonia, un must anche “Patagonia express – Appunti dal sud del mondo” di Luis Sepulveda, in cui l’autore cileno racconta un suo personalissimo viaggio.
IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI di Jules Verne (1873) – Classico tra i classici. Libro senza tempo che ci affascina e ci rapisce, questo giro del mondo risulta godibilissimo sia per le curatissime annotazioni geografiche, sia per l’originalità dell’idea, sia per la fantasiosa ironia che si scopre nell’ascoltare un francese che descrive vizi e virtù del popolo inglese, e anche soprattutto per l’incredibile diario di bordo che al suo interno è racchiuso e che ci mostra come ogni viaggio debba essere vissuto
NELLE TERRE ESTREME di Jon Krakauer (Into the Wild) (1996) – Il libro racconta la storia di Christopher McCandless, un giovane americano che, dopo essersi diplomato e con un brillante avvenire davanti a sé, decide di lasciarsi alla spalle la sua vita borghese e partire come un vagabondo (“supertramp”) verso l’Alaska. Dona quindi tutti i suoi risparmi e, guidato dalla lettura di Tolstoï, cerca di vivere un’esistenza selvaggia. Morirà in Alaska nell’agosto del 1992. Basato su una storia vera, il libro è un appello alla libertà e una riflessione sulla società moderna, la solitudine e la felicità. Nel 2007 Sean Penn ne ha fatto un film dal titolo “Into the Wild”.
NEL PAESE DELLE SABBIE di Isabelle Eberhardt (1925) – L’autrice nata a Ginevra, di origine russa, a ventidue anni è già in Nord Africa dove percorre, vestita da uomo, le regioni impervie del Magreb. Purtroppo una vita troppo breve e troppo tormentata, conclusa a 27 anni, per un’improvvisa inondazione a Ain Sefra, sull’Atlante algerino. Un’esperienza eccezionale che la sua sensibilità e capacità poetica rendono in racconti e descrizioni di grande fascino. Emerge così l’immagine di un mondo che affascina e seduce, un mondo, quello arabo, che raramente abbiamo trovato
SULLA STRADA di Jack Kerouac (1951) – Romanzo autobiografico, scritto su un rotolo di carta per telex lungo trentasei metri, è diventato una sorta di manifesto per molti, identificati con il termine di Beat Generation.I l titolo rimanda al viaggio, ovviamente, ma quella di Kerouac non è solo la storia di un viaggio quanto quella di un incontro. Il viaggio di cui parla Kerouac è più un qualcosa di astratto, potremo dire di inutile: l’importante è camminare fino a quando non si arriva. Non importa dove, ma il viaggio.Questo nomadismo è un po’ la cifra di un atteggiamento esistenziale dinanzi alla vita, un nomadismo dell’anima che porta con sé legami alternativi, la ricerca di compagnia e, soprattutto, la ricerca di se stessi al di fuori del conformismo imperante di allora (e di oggi).
IL LIBRO DELLE MERAVIGLIE DEL MONDO di Marco Polo (1298) – Ma “Il libro delle meraviglie” non è narrazione fantastica…, oltre a contenere non poche cose veritiere sull’Oriente di quei tempi, esso è il primo esempio di prosa scientifica moderna, o, nelle intenzioni di Polo, un libro “utile”, che fosse in grado di fornire notizie precise e dettagliate sugli usi, i costumi, la geografia e l’economia di popoli e di lande sconosciuti o quasi.
LA POLVERE DEL MONDO di Nicolas Bouvier et Thierry Vernet (1963) – Nel 1953, quando con il suo amico pittore Thierry Vernet parte verso l’oriente, la guerra è ancora un avvenimento recente. L’Europa, (il mondo), ha appena cominciato la sua ricostruzione e il turismo di massa non è ancora stato inventato. Il loro viaggio, a bordo di una topolino che in salita bisogna spingere, su strade difficili e sconosciute, ha ancora il sapore di esplorazione e di scoperta. Con pochi soldi in tasca, i due cercano di racimolare il necessario vendendo, difficilmente, disegni e articoli per i giornali. Attraversano la Yugoslavia, la Grecia, la Turchia, l’Iran, il Pakistan, prima di separarsi, dopo un anno e mezzo, a Kabul.Quali sono le ragioni che li spingono a partire? La voglia di conoscere nuovi posti e persone differenti, il desiderio di rinunciare alla monotonia e alla ripetitività del quotidiano ma, in definitiva, semplicemente l’opportunità che si presenta e che permette di concretizzare una fantasticheria
SHANTARAM di Gregory David Roberts (2003) – Nel 1978, il giovane studente di filosofia e attivista politico Greg Roberts viene condannato a 19 anni di prigione per una serie di rapine a mano armata. È diventato eroinomane dopo la separazione dalla moglie e la morte della loro bambina. Ma gli anni che seguono vedranno Greg scappare da una prigione di massima sicurezza, vagare per anni per l’Australia come ricercato, vivere in nove paesi differenti, attraversarne quaranta, fare rapine, allestire a Bombay un ospedale per indigenti, recitare nei film di Bollywood, stringere relazioni con la mafia indiana, partire per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattenti islamici, tornare in Australia a scontare la sua pena. E raccontare la sua vita in un romanzo epico di più di mille pagine. veramente un bel libro, trascinante, coinvolgente e completamente in grado di proiettare nella immensa realtà che è l’india..