In particolare, il convegno intende analizzare le radici storiche comuni di un’attività economica che ha dato origine alla gelateria artigianale siciliana e che fu largamente diffusa nell’isola finché l’avvento della produzione industriale del ghiaccio tra Otto e Novecento non ne determinò l’oblio e la scomparsa. I progressi della chimica e dell’elettricità, infatti, resero obsoleti i modi e i luoghi di produzione di una protoindustria che riforniva le città di un genere tanto effimero quanto indispensabile come il ghiaccio, utilizzato per preparare unguenti e medicinali, come antinfiammatorio per traumi e contusioni, ma anche per conservare più a lungo i cibi, per rinfrescare le bevande e per preparare granite e sorbetti.
Oggi, grazie al lavoro di alcuni storici e documentaristi che hanno esplorato gli archivi e interrogato le fonti orali, sono note le tecniche di costruzione e coibentazione delle neviere, le modalità di raccolta della neve, la sua sistemazione nelle cisterne di roccia, l’estrazione dei blocchi di ghiaccio, gli accorgimenti per rallentarne la fusione durante il trasporto, i dazi e le leggi che ne disciplinavano la vendita nelle città, gli usi alimentari e terapeutici, le ricette per la preparazione di granite e sorbetti, i percorsi di ascesa sociale degli imprenditori della neve, i nomi di sorbettieri e gelatieri storici. Da oltre un decennio, questi studi alimentano un crescente interesse turistico e culturale per percorsi naturalistici lungo i sentieri della neve, escursioni alla scoperta di luoghi dimenticati, itinerari e visite guidate nelle antiche neviere. «Il convegno del 6 giugno – spiegano gli organizzatori della manifestazione – insieme alle altre iniziative culturali del festival, come la mostra storica della granita, intendono sottolineare le lunghe radici storiche e le stratificazioni di saperi, tradizioni e di civiltà