Scopriamone qualcuno.
Presepe sommerso di Laveno Mombello
E’ la notte della Vigilia di Natale del 1975,quando un gruppo di sommozzatori appartenenti al “Club Lugano Sub” capitanati dal veterano Ovidio Garolla, si ritrovano sulle rive del Lago Maggiore e più precisamente in Località “Punta Granelli” in prossimità del “Sasso Galletto” sulla strada lacuale che congiunge Laveno a Castelveccana. In quella occasione effettuano un’immersione a – 23 metri, dove collocano all’ interno di una grotta naturale una statua alta circa “Cristo degli abissi del Lago Maggiore” un metro rappresentante il “Cristo degli Abissi”.
Per tre anni consecutivi il Club decise di festeggiare la Vigilia con questa particolare cerimonia. Una cerimonia suggestiva ma per pochi intimi, che si decise di ampliare ad altre persone.
Viene di conseguenza creato un comitato di appassionati sostenitori subacquei e non denominato “Amici del Presepe”.
E’ stato pertanto realizzato un “Presepe Sommerso” che viene posizionato ad una profondità tale da renderlo visibile a tutti scegliendo l’area antistante la piazza Caduti del Lavoro a Laveno, in pieno centro.
Il presepe subacqueo fu calato per la prima volta nel 1979 nel golfo di Laveno Mombello, composto da 3 sole statue rappresentanti la Natività, benedette dal parroco davanti a una folla festosa. Il presepe sommerso riscosse da subito un enorme successo: così alle prime statue si andarono aggiungendo nelle successive edizioni i Magi (con tanto di cammello), i pastori con gli agnelli sulle spalle, le massaie con i polli e i cesti, il viandante che scrutauna delle statue in pietra di vicenza del presepe sommerso di Laveno Mombello – Lago Maggiore l’orizzonte, gli angeli, gli animali domestici….. per un totale di 42 statue posizionate su 5 piattaforme. Le figure fluttuanti, che sembrano quasi svanire alla luce del giorno, si animano di vita propria quando cala la notte e si accendono i potenti fari installati per illuminare le imponenti statue (il cui peso complessivo è di oltre 18 tonnellate!), ciascuna delle quali ha una sua storia speciale, per esempio il San Francesco, che custodisce dalla riva il presepe, donato nel 1984 in occasione del 15° congresso nazionale dei presepisti, che in Foto notturna del presepe sommerso di Laveno Mombello – statue in pietra di Vicenza quell’anno si tenne proprio a Laveno statua che è gemella a quella che si trova nella piazza della Signoria a Vicenza..
Da allora anno dopo anno la cerimonia si ripete con grande successo. Il presepe è visibile nel periodo di Natale fino all’Epifania. E’ consuetudine che i visitatori gettino una monetina in acqua come gesto propiziatorio o semplicemente come apprezzamento all’iniziativa..
La settimana prima della vigilia di Natale gli organizzatori del presepio procedono con la posa delle piattaforme, poste a circa 2-3 metri sotto la superficie dell’acqua, sulle quali sono ben ancorate le statue raffiguranti i personaggi del presepe a dimensioni naturali.
Il Presepe è costituito da 42 statue posate su 5 piattaforme in metallo le cui dimensioni totali sono di 15 x 3,5 mt. con un peso complessivo di circa 18 tonnellate (basti pensare che la sola statua del cammello pesa 1 tonnellata!).
Tutte le statue sono state scolpite nella bianca “Pietra di Vicenza” dall’abile mano del Maestro vicentino Tancredi da Brendale.
Grazie ad una indovinata illuminazione subacquea,i visitatori hanno la possibilità di vedere il presepe anche di notte dalla terrazza prospiciente il lago.
Poco più al largo, di fronte al presepe, è posto un albero decorato e illuminato,ancorato sul fondo tramite un cavo d’acciaio di circa 18-20 mt ; L’aggancio ad un argano consente all’albero di muoversi dentro e fuori l’acqua.Di fronte al presepe è situata anche una fontana.
Il presepe di pane di Olmedo
Inconsueto e di grande effetto è, infine, il Presepe di Pane,realizzato interamente con questa materia, la quale assume le diverse forme del paesaggio e dei personaggi che animano questa sacra rappresentazione.
Il risultato finale, è quello di una iconica e commovente rappresentazione della natività in ambientazione sarda che richiama migliaia di visitatori e fedeli. Viene allestito ogni anno nel periodo natalizio presso la suggestiva Chiesa romanica di N.S. di Talia. Un presepe che vuole celebare quello che è stato e, che è tutt’oggi, l’alimento principale delle nostre tavole, la base principale dell’alimentazione di ogni famiglia sarda. Un alimento che trova le sue radici inToscana (a bilancino in Mugello) , per quanto riguarda i primo pane della storia dell’uomo moderno, risalente a ben 30.000 anni fa. Un alimento che è uno dei cibi più apprezzati: “buono come il pane” è un detto che si usa ovunque. E’ anche uno dei cibi che si ricicla maggiormente: si mette nella zuppa, si grattugia e diventa pan grattato, si scalda e diventa crostino, si inzuppa con acqua e diventa pane per le galline.
E ad Olmedo diventa Presepe, suscitando anche interesse etnologico tra esperti e pubblico comune. Inconsueto, curioso, originale e di grande effetto, il Presepe di Pane viene allestito ogni anno nel periodo natalizio nella suggestiva Chiesa romanica di N.S. di Talia, situata nel centro del paese; è realizzato dai maestri artigiani interamente impastando acqua, lievito e farina, e regala ai visitatori un’ambientazione tipicamente sarda rievocata dalle splendide figure di bianchissima pasta. Commovente, surreale, il presepe vede i suoi personaggi che s’incamminano solenni ed eterei verso la grotta attraversando sentieri di farina tra la vegetazione e le roccedi pane; Tutto è di pane anche gli agnelli, i vitelli e l’immancabile “sa Pinnetta”, la stella cometa come si chiama in sardo.
L’effetto è quello di una commovente rappresentazione della natività che ogni anno attira come una calamita migliaia di visitatori e fedeli. Ma il Presepe di Pane è solo l’ultima “tappa” nella tradizione sarda legata alla “sacralità” del pane. In Sardegna il pane è davvero importante e la panificazione ha sempre avuto un importate valore simbolico e ha accompagnato la ritualità con cui si scandisce il ciclo della vita: per questo in Sardegna vengono fatti i pani per il battesimo, per le nozze e anche quello in ricordo dei defunti, avvenimenti per cui gran parte della comunità veniva mobilitata e che rappresentavano occasioni di grande coesione sociale.
La sacralità è presente in tutte le fasi della lavorazione del pane: una croce viene incisa sulla pasta inacidita, che funge da lievito naturale e le panificatrici, prima di impastare la farina, si fanno il segno della croce. Le donne sono depositarie e custodi di questi antichi saperi, tramandati da innumerevoli generazioni e segni distintivi di appartenenza alla propria comunità. Soprattutto nella preparazione del pane nuziale venivano coinvolti le parenti e le amiche della sposa, a cui si aggiungevano alcune donne molto abili nel modellare e decorare la pasta. Il pane, finemente ricamato e ornato con particolari elementi, per questo chiamato “pane fioridu” (pane fiorito), abbelliva le tavole imbandite dei banchetti e qualche volta veniva donato come bomboniera in ricordo dell’evento. La spianata circolare è il tipo di pane preferito per la realizzazione di questi capolavori: la circonferenza intagliata e la superficie decorata con incisioni e timbri rendono l’aspetto di questo cosiddetto “pane fine piccadu” simile ai raffinati tessuti ricamati.
I temi ricorrenti sono sia d’ispirazione naturale, come fiori e uccelli, sia di carattere simbolico, come cuori e figure stilizzate. oggi si possono osservare fogge di pani derivanti dall’intrecciarsi di diverse tradizioni, pani arricchiti da minute sculture di pasta legate all’iconografia tradizionale. I fiori rimangono sempre i soggetti pri- vilegiati: bouquet, rami fioriti rendono questo pane più un bene prezioso da custodire gelosamente che un prodotto da consumare a fini alimentari. Esempio tipico sono le cosiddette “loture”, pani a pasta dura a forma di corona finemente lavorate per costruire preziose ghirlande. La riscoperta di questa arte, oltre che ad una sua rivalutazione, ha portato ad una rielaborazione dei sistemi di lavorazione e delle forme uti- lizzate; i lavori di oggi, come le statuine del Presepe di Pane, sono vere e proprie opere d’arte in cui la pasta, anche se non commestibile, rimane comunque la materia prima. Dalla pasta del pane, lavorata con l’aggiunta di additivi per garantirne la consistenza e di antiparassitari per preservarla nel tempo, si ottengono delle forme estre- mamente originali e creative, non di rado caratterizzate da colori variopinti, per renderle più verosimili.
La panificazione artigianale secondo il sistema tradizionale prevede tecniche di lavorazione articolate e complesse. La sequenza delle operazioni inizia con la preparazione del lievito naturale, detto “sa madrighe”, ricavato dalla lavorazione della pasta inacidita conservata dalla panificazione precedente “su fremmentasu”, con l’aggiunta di una piccola quantità di acqua tiepida e farina; a questa si unisce quindi altra farina, solitamente di semola di grano duro e nella quantità desiderata, sino ad ottenere un impasto (“Cumassare”) morbido e consistente, che viene successivamente diviso in diverse parti per poter essere lavorato più agevolmente (“Cariare”).
Le tecniche per la realizzazione del pane speciale richiedono non solo competenza, ma l’ausilio di specifici strumenti indispensabili per la decorazione, quali le rotelle usate prevalentemente per ritagliare e rifinire i bordi e “sas imprentas”, particolari timbri che vengono utilizzati per imprimere la superficie del pane con figure varie di fiori, animali, frutti e quant’altro. Non manca l’utilizzo creativo e fantasioso di attrezzi presi in prestito dalla cucina, come coltelli e forbici o di altri piccoli oggetti presenti nella casa: ditale, rocchetto, uncinetto. La tecnica della lucidatura, ottenuta attraverso la rapida immersione del pane in acqua bollente, conferisce infine splendore a questi piccoli capolavori.
Presepe di Sale a Cervia
La Città del Sale non può non avere un presepe di solo sale. La composizione è stata costruita nel passato con una tecnica artigianale piuttosto complessa. Le sculture che compongono il presepe sono state create nel 1992 da Agostino Finchi, un salinaro la cui passione e maestria si sono manifestate nella realizzazione di oltre quindici personaggi che mettono in scena la Natività più classica.
Le statuine, alte dai 10 ai 40 centimetri, sono state realizzate attraverso la cristallizzazione guidata del sale, una tecnica molto particolare la cui procedura richiede grande cura e consiste nel correggere giornalmente, manualmente questa cristallizzazione per dare al sale la forma voluta.
L’intero presepe è conservato al Museo del sale in una teca di vetro che lo ripara dagli sbalzi di temperatura e soprattutto dall’umidità.
Le sculture sono state create nel 1992 da un anziano salinaio, la cui passione e la cui maestria sono tutt’oggi visibili nel Museo della Civiltà Salinara. Il presepe, composto da oltre quindici personaggi, mette in scena la Natività più classica, con l’aggiunta di alcuni personaggi particolari: salinari, al posto dei pastori. Le statuine sono alte dai 10 ai 40 centimetri e sono state realizzate a mano con una cristallizzazione guidata del sale. L’intero presepe è conservato in una teca di vetro che le ripara dai cambiamenti climatici e soprattutto dall’umidità. La tecnica usata per la lavorazione delle statuette è molto particolare ed ha richiesto una grande cura compresa la correzione giornaliera della cristallizzazione.
Presso il Magazzino del Sale “Torre” nel centro storico di Cervia, anche quest’anno verrà allestito il Presepe di Sale.
Presepe sottomarino
In occasione del Natale, l’Acquario di Genova ha creato un presepe molto suggestivo: i personaggi principali come Gesù, Giuseppe e Maria sono stati immersi in un grande cilindro pieno di acqua. Nella salla dela rappresentazione sottomarina è presente anche una finta grotta per ricreare al meglio l’atmosfera.
Presepe di ceramica
Ad Arenzano si trova uno dei presepi più caratteristici della Liguria, realizzato negli anni 19691970, dal maestro ceramista Eliseo Salino. Il presepe, permanente, è collocato nel Santuario di Gesù Bambino ed è composto da oltre cento grandi statue in ceramica.
Presepe di luci
Sulla collina di Manarola, un paesino delle Cinque Terre, si tiene ogni anno il presepe di luci. Lo spettacolo notturno del presepe illuminato, con circa 250 sagome di luce, è veramente spettacolare: secondo alcuni è il presepe più grande del mondo!
Presepe di cioccolato
Il presepe in Italia è una vera passione! Ma non tutti i presepi sono uguali: c’è chi si sbizzarisce con rappresentazioni strane e originali della natività. Questo presepe, ad esempio, è stato realizzato da alcuni pasticcieri napoletani con 15 quintali di cioccolato. La parte più sostanziosa è la grotta, larga 6 metri e alta 3, ma anche i 100 personaggi presenti, tra cui angeli, pastori, pescatori e persone comuni, non scherzano
Presepe sull’acqua
A Cesenatico, in provincia di Rimini, il presepe si fa sull’acqua e si chiama “presepe della Marineria”. La barca più importante ospita la natività con Gesù, Giuseppe, Maria, il bue e l’asinello. Sulle altre barche si trovano gli altri personaggi del presepe: pastori, pecore, pescatori, falegnami e suonatori, e il giorno dell’Epifania arrivano anche i re Magi.
Meno suggestivo di quello sottomarino, meno gustoso di quello al cioccolato, il presepe allestito nel 2004 presso il Museo delle Cere di Madame Tussauds, a Londra, è riuscito comunque a far parlare molto di sè, anche se in negativo. La rappesentazione della Natività, infatti, vedeva come protagoniste le versioni in cera dei coniugi Beckham, nei panni della Sacra Famiglia. Inutile dire che la trovata abbia scatenato un bel po’ di polemiche, culminate con un triste epilogo per il discusso presepe: percosso da un vandalo che distrusse le statue a suon di pugni. In un piccolo paese nelle vicinanze di Praga, al posto della cera è stato utilizzato il burro per scolpire le statuine. Era il 2005 d il particolare presepe venne conservato in un ambiente molto freddo per mantenerlo integro fino alla fine di gennaio. Ce ne sarebbero moltissimi, ancora ma non possiamo che concludere con il presepe più antico del mondo, quello conservato nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma scolpito nel marmo da Arnolfo Di Cambio nel 1283.