Il volume “La storia di Istanbul”, scritto da Klaus Kreiser, insegnante di storia e cultura turca all’universita’ di Bamberga, gia’ autore di “Istanbul”, “Ataturk” e “Turchia porta d’Oriente”, e’ una lettura che non puo’ mancare a chi si appresta a visitare questa straordinaria citta’.
La splendida posizione di Istanbul ha affascinato nel corso dei secoli molte generazioni di abitanti e un gran numero di visitatori. La penisola che oggi viene generalmente indicata come ”centro storico” si protende dal Bosforo con la sua estremita’ orientale Sarayburnu (Punta del Serraglio) e, come Roma, si vuole che sia stata costruita su sette colli, e’ stata continuamente raffigurata in disegni, dipinti e fotografie. Sull’altra sponda del Corno d’Oro la torre genovese di Galata costitui’ a partire dal XIV secolo un riferimento molto visibile. Nel centro storico le differenze altimetriche sono minime ma offrono molte splendide vedute, oggi come in passato.
Alla meta’ del Cinquecento Pierre Gilles, il primo autore occidentale a parlare dei sette colli di Istanbul, cosi’ immaginava lo spettacolo che si apriva davanti agli occhi del sultano:
Passeggiando nei giardini o negli edifici (del Serraglio) ha di fronte a se’ il Bosforo, con le sue sponde verdeggianti e i boschi delle sue tenute appena fuori citta’. A destra sorge la vasta pianura di Calcedonia (Kadikoy) dove si estendono i campi coltivati che gli appartengono; vede il Propontis (il Mar di Marmara), con le numerose isole e le boscose montagne dell’Asia. In lontananza scorge l’Olimpo asiatico, sempre innevato (l’Uludag), mentre vicino a lui c’e’ la parte piu’ celebrata della sua citta’, il tempio di Sofia e l’Ippodromo. Se rivolge lo sguardo a sinistra vede gli altri sei colli della citta’, e piu’ oltre le immense pianure di Tracia.