Diminuisce la quota dei vacanzieri che acquistano un viaggio attraverso le agenzie, mentre chi prenota si orienta per lo più verso mete calde, vicine e soprattutto a basso costo: in testa a tutte si conferma ancora una volta il mar Rosso, con Sharm e Marsa Alam, ma anche le capitali europee, come Parigi, Londra, Barcellona, Madrid, Praga e Vienna. La spesa media pro capite si aggira sui 600 euro e la tipologia di viaggio più gettonata è quella del tour organizzato che consente il maggior risparmio.
Per la fascia di italiani con maggiore disponibilità economica, il budget da destinare alle vacanze sale a 1200 euro pro-capite ed oltre, fino a 3600 euro. Le destinazioni si spostano in Oriente, Sud America, Caraibi, Dubai ed Oman.
A ridurre il flusso della clientela turistica nei tour operator e nelle agenzie di viaggio è naturalmente la crisi, ma anche il sempre più frequente ricorso al turismo fai-da-te attraverso internet, approfittando delle offerte low-cost delle compagnie aeree e delle strutture ricettive.
“Siamo di fronte ad un ulteriore anno di instabilità per il settore e crisi delle prenotazioni – afferma Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confesercenti – dovute a molteplici motivi. In primis, la giungla delle tasse che i contribuenti italiani devono pagare, limitando cosi ogni possibile budget per i consumi. Per non perdere ulteriore occupazione e per arginare la chiusura di piccole e medie imprese del turismo sono necessarie agevolazioni e semplificazione fiscali. Oggi – sottolinea il presidente – un’agenzia di viaggi ha adempimenti contabili, cresciuti nel tempo ed insostenibili, mentre le grandi agenzie online, pagano le tasse, assumono personale ed incassano tramite transazioni all’estero, perché non si è ancora intervenuti ?”
Insomma, per un altro anno gli italiani sono costretti a stringere la cinghia e a rinunciare a qualcosa. Insieme ai regali, ai cenoni ed ai pranzi si darà un taglio anche alle spese per vacanze. Le prenotazioni degli italiani nelle agenzie, secondo le stime di Assoviaggi, sono destinate a calare il 20 per cento per Natale, il 5 per cento a Capodanno e per l’Epifania.