Il mese di febbraio è finito per lasciare spazio alla natura di fare i primi sforzi per portare la primavera. Marzo (Martie in romeno), mese che segna l’inizio della primavera inizia tutti gli anni con una festa rappresentativa per la Romania chiamata suggestivamente “Mărţişor”. Si celebra anche in Moldavia, Bulgaria, Macedonia e Grecia.
Il mese di Marzo prende il suo nome da Marte che oltre a essere il Dio della guerra era anche quello della fertilità e della vegetazione. Il suo significato parte dalla vincita del bene contro il male, dalla vincita della salute contro la malattia, della luce contro la note, del caldo contro il freddo, etc.
Il “Mărţişor” oggi è un ciondolo accompagnato da un filo rosso-bianco intrecciato (che finisce in piccoli fiocchi). Il ciondolo è simbolico e potrebbe rappresentare un fiore (una specie di bucaneve), un quadrifoglio, una foglia di albero, un tradizionale spazzacamino o un ferro di cavallo, un cuoricino, vari animaletti (orso, coccinella), un angelo, etc. Spesso, il “Mărţişor” è considerato un amuleto portafortuna. Nonostante il suo valore sia simbolico, oggi spesso il “Mărţişor” che viene regalato alle fidanzate puo’ anche consistere in un regalo piu’ costoso: gioielli di argento o di oro, perline, ma sempre accompagnato dal filo bianco-rosso intrecciato. Il rosso significa l’amore, il sacrificio mentre il bianco la purezza. Nel periodo successivo alla conquista romana il colore rosso rappresenta la guerra mentre il bianco la pace.
Molte le leggende intorno al significato del “Mărţişor”. Una di queste narra che una volta il sole scese sulla terra trasformandosi in un giovane ragazzo per partecipare ad una “hora” (ballo tradizionale in Romania) in un villaggio, ma fu rapito e imprigionato dallo “zmeu” cattivo (personaggio mitico in Romania). Il suo imprigionamento provocò sofferenza alla natura. Si dice che i fiumi smisero di scorrere, gli uccelli non cantavano più, i bambini non ridevano più. Nessuno sapeva cosa fare fin quando un giovane ragazzo decise di affrontare lo “zmeu” e liberare il sole. Il suo viaggio fu lungo (3 stagioni: estate, autunno e inverno), alla fine riuscì trovare il castello dello “zmeu” e sfidarlo. Il giovane sconfisse lo “zmeu” e con gli ultimi sforzi riuscì liberare il sole. Debole e ferito dopo la liberazione del sole il giovane morì, il suo sangue segno’ la neve bianca. Da qui il legame e il simbolo del filo bianco-rosso intrecciato. Il sole salì in cielo e annunciò l’arrivo della primavera riempiendo di allegria le anime delle persone.