L’altezza ha toccato ieri i 900 metri sopra il livello del mare, rispetto ai 600 del giorno prima, confermando così un’attività vulcanica ancora molto intensa, secondo la stessa fonte. “È possibile che cresca ancora, perché il cratere si estende e il magma risale”, ha detto Yoshihiko Tamura, del Centro giapponese di ricerca oceanografica.
Tuttavia, il paese ha intenzione di aspettare e appurare se il mare inghiottirà nuovamente l’isolotto. Altrimenti, si dovrà provvedere a dargli un nome. L’isola è nata in seguito ad una grande eruzione che ha espulso rocce e fumo fino ad un’altezza di 500 metri nell’aria circostante.
La prima ad avvistare la nuova emersione sarebbe stata la flotta giapponese grazie al Volcano Discovery, che aveva segnalato come fosse stata identificata “un’attività SURTSEYAN”, ossia un’interazione esplosiva di acqua di mare e di lava, in grado di generare violenti getti di vapore e cenere.
La guardia costiera ha poi verificato la presenza effettiva del vulcano dell’isola, emettendo un avvertimento alle navi. Considerando che il fumo era ancora in crescita e proveniente dall’isola vulcanica, è stato emesso un avviso di navigazione per avvertire della nuova presenza geologica e della colonna di fumo e cenere da essa proveniente.
Certo che il Giappone, con una elevatissima densità abitativa, gioisce sempre quando nuovo territorio si rende disponibile alla colonizzazione, ma in questo caso la nuova terra si trova ben lontano dalle coste dell’isola di Honshu, praticamente a metà strada con le isole Marianne. Ciononostante le isole rappresentano una zona strategica per la nazione del Sol Levante, con questo arcipelago che si estende prossimo ad una zona contesa dalla Cina, quella delle isole di *Okinotorishima*.
È la prima volta in 40 anni che emerge un’isola in questa zona, che potrebbe però anche scomparire sotto il mare. In Giappone, terra di terremoti e vulcani, si sono avute quattro o cinque apparizioni improvvise di isole dalla fine della guerra del Pacifico, tra cui una nel 1986, che scomparve nel giro di due mesi, e una nel settembre 1973, mangiata in gran parte dalle onde, ma ancora visibile.